Un abuso di credulità popolare
La sentenza dell'Aquila che condanna la Commissione Grandi Rischi, è una vergogna per la giustizia italiana e un messaggio culturale preoccupante.
La vergogna è che un giudice – presuntivamente persona istruita e capace di discernere – confonda la tragedia dei crolli, delle vittime e delle popolazioni, con l'addebitarne la responsabilità penale alle valutazioni preventive di chi non c'entra niente né con le opere edili dei manufatti crollati né con la loro manutenzione.
Il messaggio preoccupante è che lo Stato – siccome un Tribunale ne è organo rilevante – dice ai cittadini che la scienza è tenuta a predire il futuro e a farlo perfino nel dettaglio dei tempi. Questo è il principio oscurantista di chi vuol restare alla stregoneria e vuole ignorare che la conoscenza umana è balzata avanti quando ha capito di non poter conoscere tutto per sempre.
La sentenza dell'Aquila è un abuso di credulità popolare. E' una pagina nera per la scienza, per la democrazia e per chi fonda la convivenza civile sull'esercizio del senso critico da parte di ognuno.
Raffaello Morelli
La sentenza dell'Aquila che condanna la Commissione Grandi Rischi, è una vergogna per la giustizia italiana e un messaggio culturale preoccupante.
La vergogna è che un giudice – presuntivamente persona istruita e capace di discernere – confonda la tragedia dei crolli, delle vittime e delle popolazioni, con l'addebitarne la responsabilità penale alle valutazioni preventive di chi non c'entra niente né con le opere edili dei manufatti crollati né con la loro manutenzione.
Il messaggio preoccupante è che lo Stato – siccome un Tribunale ne è organo rilevante – dice ai cittadini che la scienza è tenuta a predire il futuro e a farlo perfino nel dettaglio dei tempi. Questo è il principio oscurantista di chi vuol restare alla stregoneria e vuole ignorare che la conoscenza umana è balzata avanti quando ha capito di non poter conoscere tutto per sempre.
La sentenza dell'Aquila è un abuso di credulità popolare. E' una pagina nera per la scienza, per la democrazia e per chi fonda la convivenza civile sull'esercizio del senso critico da parte di ognuno.
Raffaello Morelli