martedì 20 settembre 2011

Rifondare

LETTERA / SEGNALAZIOIONE

Dal Circolo Rosselli di Milano

 

L'attività "rosselliana" ricomincia dopo la pausa estiva con il 4° INCONTRO ANNUALE DI VOLPEDO , organizzato e promosso dalla Rete dei Circoli Socialisti e Libertari del Nord-Ovest d'Italia, cioè appunto dal Gruppo di Volpedo, di cui il nostro Circolo, come sapete, è una delle associazioni fondatrici.

    Quest'anno l'appuntamento, ormai tradizionale, con l'ameno borgo del Tortonese, ove Giuseppe Pelizza dipinse, a fine Ottocento, i celeberrimi "Quarto Stato" e "Fiumana" (icone universalmente note del nascente movimento operaio e socialista), si svolgerà in realtà in due giorni.

    Sabato 24 settembre 2011 alle ore 16.00 incontreremo il sindaco di Milano GIULIANO PISAPIA , che tornerà a confrontarsi con noi ad un anno dalla sua visita a Volpedo del 2010, ove annunciò la sua candidatura alle primarie del Centro-Sinistra di Milano (evento che dette di fatto inizio a quell'entusiasmante avventura, risoltasi con la vittoria alle comunali dello scorso giugno). Per noi che abbiamo creduto sin dal principio nella scommessa arancione di Pisapia sarà un lieto momento di festa, ma anche una bella occasione per ragionare con il nostro amico Sindaco di Milano di prospettive politiche interessanti.

    La serata sarà introdotta presentata da GIANCARLO CALDONE , sindaco socialista di Volpedo, che farà, giustamente gli onori di casa. 

    In seguito a tutti i presenti sarà possibile visitare la biennale Pellizziana e quindi prendere parte alla manifestazione Musica in Piazza.

    Il giorno dopo, domenica 25 settembre 2011, a partire dalle ore 9.30, affronteremo invece un'intensa giornata di analisi e di discussione politica, toccando diversi temi.

    Cominceremo la mattinata parlando de Il riseveglio democratico del Nord Africa; dopodichè (sempre al mattino) affronteremo la questione de Le nuove forme del lavoro (con particolare riferimento alla problematica del mutamento nella composizione sociale in Italia, al tema del ruolo dei sindacati e delle nuove forme di rappresentanza, e all'analisi delle esperienze alternative di organizzazione del lavoro in altri paesi d'Europa). Nel pomeriggio, dopo una pausa pranzo nei locali della Società Operaia di Volpedo (il pranzo avrà un costo di 20 euro), ci occuperemo invece della questione di come Rifondare l'economia a partire dai territori.

    Molti sono gli interventi già programmati per le diverse sessioni:

 

RENZO PENNA,

PIA LOCATELLI,

FARID ADLI, ROSARIA

BERTILACCIO,

PIERFRANCO PELLIZZETTI,

MAURO BESCHI,

ANTONIO FOCILLO,

PAOLO BORIONI,

LUIGI FASCE,

FELICE BESOSTRI,

ANDREA BALLARÉ,

FEDERICO BERRUTI,

FRANCO D'ALFONSO,

TOM D'ALESSANDRI,

ALFONSO PITTALUGA,

VALDO SPINI,

ROBERTO NEBIOLO.

 

Diversi altri saranno però, naturalmente, gli interventi che potranno venire da chiunque chiederà la parola.

    Intorno alle ore 13.00, prima del pranzo, avremo anche modo di prendere tutti quanti parte - nella storica Piazza Quarto Stato -, alla tradizionale riedizione della Fiumana pellizziana. A conclusione della giornata invece, e cioè intorno alle ore 17.45, procederemo, secondo la tradizione, alla messa in votazione di alcuni documenti politici.

    Insomma, il programma della due giorni, come vedete, è ampio ed interessante. Ma l'aspetto forse ancora più significativo è che gli appuntamenti di Volpedo stanno ormai diventando un'occasione importante di riflessione e di confronto politico. E' un'occasione, insomma, alla quale è importante prendere parte.

    L'idea di fondo della due giorni è chiara: noi "volpediani" crediamo in effetti che occorra affrettarsi per costruire una vera Europa politica, e che di contro alle crisi di un capitalismo finanziario sempre più fuori controllo, occorra rispondere urgentemente creando una vera Unione Europea dotata di reali istituzioni di governo. Tali istituzioni saranno chiamate ad imprimere una seria politica redistributiva, che si ponga il problema di ridurre la diseguaglianza. Si tratta cioè di costruire una vera unità federale europea per mettere in campo delle serie politiche di impronta socialista e socialdemocratica (e dalla forte sensibilità ambientalista). Per questo occorre pensare ad un grande Partito Socialista Europeo, in grado di incarnare ed esprimere questa prospettiva. Dai tempi dell'appello di Volpedo del 2008 noi sosteniamo questa proposta, che torneremo evidentemente a rilanciare anche quest'anno.

    Non meno urgente ci pare peraltro l'esigenza di imprimere al più presto anche un forte rinnovamento alla Sinistra italiana, poiché in Italia ci pare ancora più disperata la necessità di costruire una vera forza riformatrice: socialista, democratica, laica, libertaria, autonoma, con una spiccata sensibilità ambientale ed una forte tensione europeistica ed internazionalista.  A tutti coloro che ritengono di condividere una siffatta prospettiva, e che siano comunque interessati ad un confronto politico costruttivo su questi temi rivolgiamo dunque l'invito caloroso ad intervenire e partecipare a questo appuntamento volpediano.

    In allegato troverete il volantino con tutti i dettagli dell'iniziativa, con le indicazioni stradali per raggiungere Volpedo, e con gli indirizzi da contattare se riterrete di pernottare nella notte tra il 24 ed il 25.

    Vi aspettiamo! Ne varrà sicuramente la pena.

Francesco Somaini, Circolo Carlo Rosselli – Milano

 
 

LETTERA

Un'altra Italia

 

Ai tempi della DC, quel partito si era talmente sputtanato che nessuno osava dire di votarlo.

    Di cosa hanno bisogna ancora gli italiani di oggi per farla finita con un simile sbruffone che a tempo perso fa il primo ministro per quest'italia di merda (tutte parole sue).

    Quant'era vero il grido della ex moglie Veronica Lario, "mio marito è malato", intendendo che non aveva piú il cervello a posto.

    Ma cosi come ancora ci sono qualche milione di italiani che continuano a votarlo, cosi ci sono quelli che in Parlamento per riconoscenza verso questo signore che li ha messi sulla lista come candidati a guadagnarsi una pagnotta d'oro possano dichiarare: si il ns president Berlusconi era convinto che "Ruby" fosse la nipote di Mubarak. Solo da questa asserzione si dovrebbero dimettere perchè:

    a) state dicendo il falso per compiacerlo e difendervi la pagnotta d'oro;

    b) lo dite con convinzione e allora non potete lasciare al suo posto un presidente cosi deficiente (che ci fa pure rima).

    Potrei concludere: purtroppo l'Italia è anche quella delle 10 milioni di persone che almeno una volta all'anno vanno dalle cartomanti, è anche l'Italia delle "Escort" sessuali e politiche (come ieri è stat classificato da Di Pietro l'On. Casini), è anche l'Italia del malaffare.

    Ma io non posso e non voglio concludere cosi, perchè c'è

 

"Un'altra Italia"

 

(e questa nel suo piccolo s'è manifestata l'anno passato anche qui a Monaco con bellissime manifestazioni culturali e politiche).

    Un'altra Italia grande l'abbiamo nel ns Paese natio, dove sono esistiti/e ed esistono persone e organizzazioni come Falcone e Borsellino, come Caselli, come Libera, come Emergency, come il sindaco "verde" Pollica, come Peppino Impastato, come l'ex Presidente della Repubblica Pertini e tanti ancora, ma anche tanta, tanta gente normale che lavora tutti giorni (quando ha un lavoro) e che non vuol essere immischiata con gli e le "Escort" dell'era berlusconiana.

Gianfranco Tannino, Monaco

lunedì 12 settembre 2011

Qualche riflessione. E un appello.

LETTERA

 

Gli sviluppi dello scenario politico di quest'ultimo anno sono ambivalenti: una nuova stagione, anche in contesti difficili (come Napoli), pare essere emersa a livello amministrativo, corroborata dalla poderosa quadruplice affermazione referendaria e dal parziale rilancio del movimento antiliberista (quello dei social forum) che a Genova si è ritrovato per ricordare il decennale della contestazione al summit dei G8 e della brutale repressione, introibo di un nuovo ordine mondiale; la malcerta tenuta numerica dell'attuale maggioranza parlamentare e le tensioni finanziarie stanno producendo ricorrenti manovre finanziarie, infruttuose quanto dannose e "di classe" per la loro iniquità sociale e i loro effetti recessivi. Resta la grave anomalia dell'espulsione di ogni forza di sinistra dal Parlamento: ciò ci priva, sia ricordato agli sbadati e ai qualunquisti, anche della possibilità di avere un'interrogazione parlamentare, di avere una tribuna da cui far sentire la propria voce al paese, di dare rappresentanza a settori sociali non scomparsi al posto delle rappresentazioni ammansiteci in questi anni di bipolarismo, maggioritario e porcellum. Una tipica stagione di transizione, in cui cose vecchie e nuove, istanze contrastanti convivono e si confondono, confondendoci, in cui vari sbocchi sono possibili.

    Anomalia nell'anomalia è che in Italia manchi un partito che dia rappresentanza alle classi sociali più colpite dalla crisi (precari e migranti, in primis, ma anche lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, tanto privati quanto statali); che riprenda quei ricchi e forti contenuti che sono il patrimonio di questi ultimi dieci anni di movimenti (per arrivare al processo costituente dei beni comuni) da non dissipare in alcun modo; che sappia, o almeno ci provi, impedire i tentativi di obliterazione della sinistra italiana. A questo partito volentieri ed ostinatamente (ma non senza ragione) continueremo a dare la denominazione di socialista.

    In realtà, per converso esisterebbero pure partitini e movimenti sedicenti socialisti: gli uni contro gli altri armati, tutti nondimeno sotto il segno accomunante del moderatismo e della lontananza, se non antagonismo, rispetto ai movimenti e ai contenuti di cui sopra. Di area centro-sinistra ovvero inseriti stabilmente nella "corte dei miracoli" che è l'attuale compagine governativa, questi partitini e movimenti sedicenti socialisti si inseriscono – con un'ostinazione speculare a quella predetta – nella più vasta corrente, che era tempesta, denominata neoliberismo. Arfé ci ha insegnato, in uno dei suoi ultimi scritti, che – storia alla mano – Non possiamo dirci riformisti; altri studiosi e attivisti ci hanno spiegato che sono esistiti due riformismi fra loro distinti e anzi incompatibili ed antitetici – l'uno a favore delle classi lavoratrici, l'altro a favore delle rendite e dei potentati economico-finanziari. Il primo di questi, sconfitto e quasi annichilito, ha avuto in Lombardi il proprio alfiere; alcuni presunti allievi di Lombardi vorrebbero farsi promotori del secondo.

    Benché questa tendenza non sia una specificità italica, poiché nei vari paesi europei maggiormente coinvolti nella bufera dei mercati finanziari le misure anti-popolari e di cessione della sovranità popolare a nuovi istituti non elettivi né democratici (BCE e organismi del declinante "Washington consensus": FMI, BM, WTO) sono state varate da governi "socialisti" – Grecia, Spagna, in passato Portogallo; inoltre giova ricordare che, del tutto inopinatamente!, il principale candidato "socialista" alle elezioni presidenziali in Francia era il direttore del FMI (ossia uno dei Nemici) finché un grave scandalo sessuale non ha rimandato il PS a più caute ed adeguate scelte. Molto ci sarebbe da aggiungere: genealogie, figure e sviluppi di questa metamorfosi. Così com'è un partito socialista, vieppiù "e dei democratici", europeo serve solo per il progresso dei diritti civili, quelli sociali essendo rinviati a tempi migliori gentilmente concessi dai potentati economico-finanziati. Niente di più, niente di meno.

    Certo esistono alcune specificità italiche. Una solo conviene enunciarla. È notizia di questi giorni (primi di settembre 2011) che è nuovamente sotto i riflettori mediatici tale Lavitola Valter, faccendiere per conto dell'attuale premier e contumace per ragioni giudiziarie da appurare (per quanto le intercettazioni siano alquanto eloquenti di un certo savoir faire). Le vicende in cui tali figuri sarebbero coinvolti ci parlano chiaramente della condizione di un paese, l'Italia, malmesso, ma rischiano di farci dimenticare una cosetta per noi importante: quel tale è proprietario e redattore de L'Avanti (il fatto che manchi il punto esclamativo non rende più lieve il fatto, perbacco!).

    Ora che partitini, movimenti, politici e ministri sedicenti socialisti possano far parte dello schieramento delle destre e varare misure contro le classi lavoratrici rientra nel rischio insito nell'esercizio del "libero arbitrio"; che Zapatero e Papandreu et ceteri simillimi "per alto senso di responsabilità" possano e vogliano trasformare i propri stati in protettorati di banche e agenzie di rating (a differenza dei "populisti" governi di Argentina e Bolivia) è il risultato di lunghi processi cui il movimento di Genova, novella Cassandra, aveva dato nomi e cognomi e in ogni caso si attendono gli esiti delle rivolte sociali provocate sotto il segno dell'indignazione.

    A noi, più modestamente, spetterebbe il compito – in sé non impossibile – di "riprenderci" l' Avanti! quando verosimilmente il suo non lodevole proprietario se ne libererà. Serviranno soldi ma ancor più un comitato di garanti che prepari la restituzione della testata alla sinistra italiana per farne un luogo di informazione, analisi, dibattito e cultura politica. In fondo si tratta di pensare a l' Avanti! che faccia quotidianamente e a stampa quel che L'Avvenire dei lavoratori fa periodicamente e on-line. Da lì si può, a mio avviso, ripartire. 

    Gli interessati facciano sapere e si mobilitino. L'intendance suivra. Ne vale la pena.

 

Gaetano Colantuono,

docente precario e storico (coautore di I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana. Storie e memorie di una vicenda ignorata )