venerdì 15 giugno 2012

L'ASSEMBLEA DELLA MARGHERITA SI TENGA IN FORMA PUBBLICA

Ho chiesto formalmente che l'Assemblea Federale della Margherita del 16 giugno si tenga in forma pubblica, aperta alla stampa e trasmessa in diretta all'esterno. Mi pare un atto politicamente corretto ed eticamente responsabile, che serve a dimostrare che non c'è nulla da nascondere e che la trasparenza costituisce un atto dovuto quando si parla di partiti e dell'utilizzo di risorse finanziarie pubbliche. A coloro che si opporranno ricordo, peraltro, che comunque non esiste evento più pubblico di quello secretato.
Preoccupa ma non stupisce la stravagante "preconvocazione" inviata dal presidente dell'assemblea Bianco nella quale, ad una settimana dall'assise, non compare alcun ordine del giorno e si fa esclusivo riferimento a quello che è ormai pare essere diventato l'unico obbiettivo di Bianco e Rutelli : la liquidazione dell'associazione. E' del tutto evidente che l'intenzione, al di là delle specifiche responsabilità penali che la magistratura accerterà, è quella di cancellare qualsiasi responsabilità amministrativa, gestionale, morale e politica, scaricando tutto sul facile parafulmine del "ladro Lusi". Così non si rende giustizia ad una esperienza collettiva fatta in larghissima parte da persone per bene e si fa un danno alla politica nel suo insieme. Ciò che è inaccettabile – afferma Neri - è l'iniziativa di chi, senza alcun mandato dell'Assemblea né alcuna legittimità statutaria, ha deciso di utilizzare le risorse finanziarie per sostenere espressioni del terzo polo, antagoniste alla Margherita e al progetto dell'Ulivo, o per finanziarie componenti interne al Pd. E questo anche dopo la fondazione del Partito Democratico, unico soggetto politico al quale con mandato congressuale la Margherita aveva deciso di devolvere tutte le risorse finanziarie, umane e strutturali.
Significativo di questo atteggiamento è la incommentabile gestione del sito rimesso on line per l'occasione (www.dlmargherita.it) con una informativa che neppure Lukashenco in Bielorussia utilizza più. Una ricostruzione a senso unico, dove sono riportati solo i comunicati di Rutelli, di Bianco e del "cerchietto magico". Non sono riportati né lo Statuto, né i componenti dell'Assemblea, né il verbale dell'ultima Assemblea del giugno 2011, della quale esiste una registrazione che ho chiesto formalmente di rendere pubblica, né il famoso "parere pro veritate" dell'indagato ex sottosegretario Zoppini sulla base del quale è stata arbitrariamente "sbianchettata" la lista dei membri dell'organo di direzione. Né c'è traccia di dichiarazioni degli altri componenti dell'Assemblea stessa. Anche i contenuti di questo sito evidenziano che la preoccupazione non è quella di confrontarsi per capire quello che è successo e di rispondere con iniziative etiche e politiche concrete, chiare e coerenti.
Luciano Neri, Roma
componente Assemblea Federale della Margherita
e dirigente del dip. Circoscrizione Estero del Pd

Sulla rappresentanza degli italiani all’estero

I deputati del PD, Bucchino, Farina, Fedi, Garavini e Porta a proposito del decreto del Consiglio dei Ministri che dispone il terzo rinvio del rinnovo di COMITES e CGIE
Il decreto del Consiglio dei Ministri non sappiamo se debba preoccupare di più per le cose che ha deciso o per le cose che fa intravedere per il futuro.
Per quello che il decreto ha deciso, ribadiamo la nostra valutazione che si tratta di un atto grave nel merito e nel metodo. Decidere di sospendere la democrazia e la fisiologica vita degli organismi di rappresentanza per la difficoltà di reperire le risorse è un atto inquietante Le difficoltà finanziarie sono ben note e coinvolgono la responsabilità di tutti, noi compresi. Se qualcuno, tuttavia, si permettesse di sospendere le elezioni, ad esempio, dei comuni sotto i mille abitanti per mancanza di soldi, sarebbe preso per un pazzo pericoloso. Non comprendiamo perché questo debba essere fatto per tre volte consecutive per gli italiani all'estero, che sono cittadini come tutti gli altri, né più né meno. Sul piano del metodo, poi, non possiamo accettare che queste decisioni siano prese senza una consultazione vera a livello parlamentare e addirittura una settimana prima della riunione della Presidenza del CGIE. In Parlamento vi sono le sedi – commissioni e comitati per gli italiani all'estero – dove si possono aprire trasparenti e costruttivi momenti di dialogo, senza ricorrere a discutibili rapporti e contatti improntati al peggiore parlamentarismo. Sinceramente, da un Governo nato all'insegna della discontinuità di metodo politico e istituzionale, ci saremmo aspettati qualcosa di più.
Siamo comunque non meno preoccupati per quello che il decreto fa intravedere per il futuro. La cosiddetta "razionalizzazione della spesa" rappresenta ormai il taglione sotto il quale l'intero sistema della rappresentanza, ad opinione del Governo, dovrà soggiacere. La garanzia dell'operatività degli organismi di rappresentanza è legata alla "riduzione della spesa" e il loro riordino, nonché il sistema di elezione, deve essere improntato alla "riduzione dei costi". Insomma, se nel decreto si fosse scritto che la rappresentanza degli italiani all'estero è ormai un lusso che non ci possiamo più permettere non sarebbe stato più chiaro.
Non pensiamo – lo ripetiamo ancora una volta – che le nostre comunità possano sfuggire alla responsabilità di concorrere al risanamento dell'Italia, ma chiediamo che si parli non solo di tagli ma del ruolo e della funzione democratica degli organismi di rappresentanza e del progetto di rilancio dell'Italia a livello globale nel quale essi debbono essere inseriti.
La fissazione di un tetto di spesa di due milioni per le eventuali elezioni del 2014 e l'indicazione del voto elettronico come via d'uscita dalle attuali contraddizioni, ci sembra un esercizio di puro dilettantismo, per non dire di irresponsabilità.
In effetti, sembra che si sospenda (o si annulli?) il sistema elettorale per COMITES e CGIE previsto dalla legge di riforma dei COMITES del 23 ottobre 2003, n. 286, che è. per estensione, il voto per corrispondenza previsto dalla legge 459/2001 per la Circoscrizione Estero. E' tecnicamente sorprendente che si pensi di modificare un sistema di voto previsto da una legge con un regolamento applicativo, ed è soprattutto allarmante che si siano date le prime picconate anche alla partecipazione degli italiani all'estero alla vita politica del paese. Una regressione storica, culturale e civile, insomma.
Il Governo si è messo su un piano inclinato. Si fermi in tempo e apra, in Parlamento e con gli organismi di rappresentanza, un dialogo responsabile e costruttivo sul modo come risparmiare risorse senza intaccare il sistema di democrazia e di rappresentanza degli italiani all'estero. Si convinca di non distruggere una delle poche leve di sostegno a livello internazionale che l'Italia ha a disposizione e faccia quello che altri paesi a noi vicini stanno già facendo.
Bucchino, Farina, Fedi, Garavini e Porta
deputati del PD eletti nella Circoscrizione Estero

venerdì 8 giugno 2012

Una riforma peggiorativa

LA RIFORMA DEL LAVORO APPENA APPROVATA AL SENATO PEGGIORA I DIRITTI DEI LAVORATORI, DEI PRECARI E DEI DISOCCUPATI.
NO A UN TESTO BLINDATO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI, SI A MIGLIORAMENTI SOSTANZIALI SOSTENUTI DALLA MOBILITAZIONE GENERALE.
Voltando le spalle ai lavoratori, impedendo i miglioramenti necessari a colpi di fiducia con un atto di imperio inaudito che certifica la sospensione della democrazia nel nostro Paese, il Senato ha approvato il Ddl Fornero, ovvero la cosiddetta "riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali", e ora la parola passa alla Camera. È una riforma che non piace a nessuno: aumenta i licenziamenti, non interviene sufficientemente nel contrasto alla precarietà, riduce le tutele per chi si ritrova disoccupato e non serve allo sviluppo. Dunque è un provvedimento sbagliato e dannoso che non risolve ma aggrava i problemi del Paese, è un atto di violenza contro i diritti dei lavoratori e per questo non si può rinunciare a produrre le correzioni necessarie alla Camera per rendere socialmente accettabili le riforme.
Se il PD approverà questa riforma anche alla Camera senza far applicare gli emendamenti presentati dalla Cgil nell'audizione parlamentare di aprile, provocherà il distacco di settori sociali sempre più ampi dal suo bacino elettorale, perchè si assumerà una responsabilità storica di fronte a milioni di lavoratori che pure ritengono di essere ancora rappresentati da quel partito. E questo porrà una pesantissima ipoteca sulla possibilità che l'Italia, al pari delle altri grandi nazioni, possa contribuire a delineare un percorso di uscita dalle macerie prodotte dal lungo governo della destra europea.
La cura Monti sta uccidendo il Paese: quasi 3 milioni di persone sono in cerca di occupazione, i salari dei lavoratori italiani sono tra i più bassi d'Europa secondo dati Eurostat, siamo per l'Ocse il Paese in cui si lavorano più ore l'anno in Europa, il 35% ei giovani è disoccupato, e l'80% delle poche nuove assunzioni sono precarie. In questi dati è racchiuso il segno del fallimento delle politiche neoliberiste del lavoro incentrate sulla la diminuzione delle tutele e sulla riduzione della regolazione, di cui sono effetto tragico anche le decine di operai morti durante il lavoro nei fatiscenti capannoni industriali miseramente crollati dopo il terremoto.
C'e' tolleranza zero per gli onesti e i poveri cristi, mentre tutto e' tollerato per i furbi, i delinquenti, gli evasori, i banchieri, i finanzieri. Monti si è rivelato continuatore di Berlusconi con altro stile, e quello che sta attuando questo governo verso il mondo del lavoro non era riuscito a farlo neanche il sultano di Arcore, perché peggio di un governo di destra come quello di Berlusconi c'è solo un governo di destra senza opposizione.
Ma il vento in Europa sta cambiando e soprattutto gli equilibri in Italia adesso sono mutati, e dunque bisogna cominciare a far pesare decisamente il recente successo elettorale ottenuto contro il centro-destra e la disgregazione del Terzo Polo per far cambiare rotta al governo Monti. Perchè la smetta con la vuota chiacchiera sulla crescita e produca finalmente dei risultati, perchè metta in discussione il dogma dell'austerità e del pareggio di bilancio per il 2013, dal momento che l'Italia e' l'unico Paese europeo ad aver fissato quel traguardo per l'anno prossimo col risultato di avere previsioni di un Pil in rosso per tutto il 2012; e perchè modifichi in modo radicale e sostanziale la "riforma" del mercato del lavoro.
I sindacati Confederali, autonomi e di base, se non vogliono diventare un'associazione dei servizi modello 7e40, sono chiamati ad una mobilitazione straordinaria contro il ddl Fornero.
IN TUTTO IL PAESE UN GROSSO MOTO DI PARTECIPAZIONE È GIÀ INIZIATO DA TEMPO CON FERMATE, SCIOPERI, PICCHETTAGGI, BLOCCHI STRADALI E MANIFESTAZIONI, MA DEVE CONTINUARE ANCORA CON PIÙ FORZA COMPRENDENDO LA PROCLAMAZIONE DELLO SCIOPERO GENERALE, DA SVOLGERSI DURANTE E NON DOPO LA PROSSIMA DISCUSSIONE PARLAMENTARE, PER MODIFICARE PROFONDAMENTE QUESTA RIFORMA SBAGLIATA E DANNOSA.
Franco Pinerolo, Milano

Il comune di Treviso e il Parco non sono “cosa loro”

Il Comune di Treviso affigge dei manifesti dal chiaro contenuto politico di linea leghista (sull'IMU e sulla restituzione dell'IVA sulla tariffa rifiuti) nelle bacheche destinate alle comunicazioni istituzionali ed alle informazioni utili ai cittadini.
L'Ente Parco del Sile (completamente controllato dalla Lega) è in preda ad una crisi gravissima: dimissioni del Presidente, ispezione della Regione, rinvio del concorso per la nomina del direttore, possibile commissariamento…
Come sempre la Lega affronta le questioni con la sua "concezione proprietaria" delle istituzioni, discutendo i problemi del Comune e degli enti nella sede di partito del K3, invece che in consiglio comunale.
L'avvicinarsi delle elezioni comunali (manca meno di un anno) e la situazione del loro partito, inoltre, acuiscono il nervosismo dei leghisti ed aumentano la necessità di fare propaganda, anche utilizzando manifesti e bacheche del Comune.
Noi, però, non ci arrendiamo all'idea che la città sia "cosa loro" e continuiamo a lavorare per un'alternativa possibile, a cominciare dalle elezioni del 2013.

Luigi Calesso, Anna Mirra, Marcello Stampacchia, Treviso

In ricordo di Guido Pedroli

Cinquant'anni fa, il 28 giugno 1962, moriva prematuramente a Locarno Guido Pedroli. Per ricordare la figura di questo intellettuale, punto di riferimento per il movimento socialista ticinese, abbiamo pensato di invitarvi alla lettura di alcuni cenni biografici pubblicati sul nostro sito Internet (http://www.fpct.ch/), sottolineando in particolare una serie di documenti significativi che illustrano parte del suo percorso politico e intellettuale.
Buona lettura a tutti!
Fondazione Pellegrini Canevascini