giovedì 9 luglio 2015

Ora che la parola Socialismo non è più considerata un insulto…

LETTERA da Torino

 

Queste due ultime tornate elettorali, le regionali prima e i ballottaggi nei comuni poi, hanno segnato probabilmente la fine della cosiddetta seconda Repubblica, tutti i partiti che hanno rappresentato quel coacervo privo di valori e di ideali, qual è stato il mondo politico nel ventennio passato, stanno esaurendo la loro funzione di armi di distrazione di massa.

    Quelle confederazioni di interessi particolari, distratti dalla loro funzione primaria, il Potere fine a se stesso, non hanno saputo interpretare quanto si stava muovendo nella società italiana, sempre più divisa, frammentata ed impaurita, ed hanno lasciato campo libero a nuove forme di aggregazione politica che ormai dei vecchi partiti hanno molto poco.

    In particolare fa specie l'arretramento progressivo del PD, che Renzi ha tentato di trasformare in qualcosa di "nuovo" (il Partito della Nazione), ma che è stato penalizzato da una scelta, la rottamazione, che ha "pensionato" il vecchio ceto politico ex PCI, il quale, in qualche modo, garantiva la prosecuzione sotto altro nome di quelle pratiche consociative che assicuravano benefici per il proprio braccio economico (la Lega Coop) ed al PD un radicamento ancora robusto nei territori.

    Il fallimento dell'immagine del Partito delle "mani pulite", dopo i casi di Sesto S. Giovanni, Venezia, Roma ecc. ha provveduto a dare un ulteriore scossone, non è casuale se i voti del PD ai ballottaggi, dopo la seconda ondata di arresti a Roma, sono calati non solo in termini percentuali ma anche in termini assoluti.

    Dopo i ballottaggi di domenica scorsa nulla è più uguale a prima, e nessuno, neppure i leaders locali possono sentirsi al sicuro, si sta verificando una lenta ma costante scissione dell'elettorato dal PD.

    Il lento arretramento del PD verso quote pre-Renziane ed il probabile tentativo di Renzi di dare un'accelerata al progetto del PdN, aprirà inevitabilmente la questione di una sinistra che è passata, per parafrasare Calvino, da barone rampante a visconte dimezzato per giungere infine ad essere cavaliere inesistente.

    L'ipotesi vendoliana di un comunismo-libertario è rimasta attaccata al destino del suo leader, la sinistra PD sconta i limiti di un ceto politico che si è formato alla scuola delle Frattocchie ma che ormai ha esaurito la sua "spinta propulsiva" ed ha anche subito una profonda "mutazione genetica". Del PSI si sono ormai perse le tracce, sopravvivono e lottano come dei giapponesi dei bravi militanti, ma ormai un simbolo che fu nobile è stato ridotto, da un gruppo dirigente inadeguato, ad un marchio commerciale senza più alcuna autonomia.

    L'azione politica di Renzi ha generato una domanda di rinnovamento a cui non ha saputo dare risposte, sta ballonzolando tra dirigismo centralistico e liberalismo à la carte, senza mai saper scegliere e soprattutto senza mai spiegare esplicitamente gli obiettivi di fondo che governavano i suoi atti, ed in politica la mancanza di chiarezza non è mai utile, per un cittadino normale è preferibile un demagogo, qual i sono Grillo e Salvini, ad un democratico confusionario.

    Questo suo modo di agire ha però profondamente scompaginato il mondo politico, è vero che non è (ancora) riuscito a stabilizzare il suo Partito della Nazione, ma ha saputo, sia pure per motivi diversi, mettere in crisi una nomenclatura che si replicava uguale a se stessa da un ventennio. Il Renzismo ha ucciso il padre ma non ha saputo costruire una nuova idea di Partito in grado di sostituire il vecchio catto-comunismo, sia per mancanza di Valori condivisi che per incapacità a dirigere il Partito stesso. La sua fretta di andare ad occupare "la stanza dei bottoni" a Palazzo Chigi gli ha impedito da un lato di consolidare il neo Partito Renziano e di converso ha scoperto che non sempre (come già vide Nenni) i bottoni sono funzionanti.

    Esiste in Italia uno spazio politico in cui posizionare un movimento politico socialista? Ma soprattutto esiste un interesse da parte dei cittadini verso un movimento alternativo all'individualismo che è stato la base del liberismo?

    Lo spazio agibile per noi socialisti esiste, la scomparsa di tutte le formazioni politiche che in questi anni si sono qualificate come "sinistra" apre un territorio ampio in cui un movimento socialista può dislocarsi, dobbiamo però avere la consapevolezza che l'ipotesi di rifondare il Partito Socialista Italiano non ha più prospettive. La subalternità del PSI al PD lo ha progressivamente oscurato e oggi gli consente al massimo di fare qualche azione locale utilizzando le scadenze elettorali. Un Partito che vive di momenti casuali, legati alla presenza di qualche leader e che agisce a macchia di leopardo non ha futuro, non sarà mai in grado di creare una massa politica in grado di riportare in auge un'ideale.

    Questi ultimi due anni hanno però intaccato in profondità anche l'azione di tutti quei piccoli movimenti di area socialista che dal 2008 in poi si erano venuti a creare. Da tempo ormai la loro azione si limita a pochi momenti identitari, che non producono più azione politica. Si sta assistendo di converso a tentativi,  privi però di prospettive, di costruzione di un blocco unitario di opposizione all'interno del PSI, sono azioni che magari creano una illusione momentanea destinata però a non avere futuro.

    La minoranza in un Partito che non c'è è una minoranza impotente.

    Anche in questo ambito si assiste all'esaurimento della "spinta propulsiva" che venne da due considerazioni: la necessità di salvaguardare il meglio della cultura e della storia socialista in Italia e l'incapacità del PSI di fare da casa per tutti coloro che si definivano socialisti.

    La prima azione ha avuto uno sviluppo importante, oggi dirsi socialisti non è più considerato un insulto, e, fortunatamente, da un po' di tempo questa azione viene svolta con maggiore impegno dalle Fondazioni di area (la Nenni in particolare).

    Oggi però non è più sufficiente dare ospitalità a coloro che furono socialisti, la domanda che emerge in modo ancora confuso è di una sinistra che sappia recuperare i valori migliori del socialismo democratico e riformatore. Se si vuole rilanciare l'Idea Socialista occorre orientare le antenne verso coloro che del socialismo ne hanno sentito parlare male o proprio non sanno cos'è.

    Esiste una domanda inevasa di valori e principii che hanno informato il socialismo nel secolo scorso e che, da altre parti e sotto altre forme stanno riemergendo, sono domande di eguaglianza, solidarietà e libertà che sono sempre state proprie del mondo socialista.

    Perché queste domande non trovano risposte? Perché manca un Partito?

    No non perché manca un Partito ma perché non c'è un Progetto politico nazionale (e sovranazionale) che si ponga l'obiettivo di riportare l'agenda della discussione politica dal politicismo (cosa fanno Renzi e Berlusconi, ma cosa pensa Grillo e Salvini quale felpa si mette?) verso i problemi reali che quotidianamente la gente normale si trova di fronte ogni giorno.

    Mentre l'economia produttiva (it's the economy stupid) dopo anni di "crisi", utilizzata per "salvare l'economia finanziaria (come ben dice il Papa), sta imponendo un nuovo modo di guardare la realtà, la Politica partitica è ancora tutta dentro un gioco delle parti che ormai non interessa più nessuno.

    Il segnale preciso di questa dissonanza tra decisori e popolo sono i voti delle ultime settimane.

    Il centrosinistra sta rifiutandosi di guardare in faccia la realtà, si attarda a discutere sulla forma del partito migliore, il Partito delle città, quello della Nazione oppure quello della "famiglia", e, come sempre, nel momento in cui occorre analizzare con freddezza i motivi del distacco tra cittadini ed istituzioni ci si perde a discutere di stupidaggini.

    Abbiamo di fronte a noi un paio d'anni per coagulare un movimento vero che vada oltra le tristezze delle quote di Partito di cui si è detentori, che sia in grado di ridefinire cosa significhi essere socialisti oggi.

    Un primo passo è stato fatto.

    La crisi odierna dei Partiti nasce da una vittoria che ha Besostri tra i suoi fautori, il porcellum è morto ed anche l'italikum non se la passa troppo bene, ma deve essere il primo passo di una lunga marcia per riportare il socialismo italiano a rivedere la luce.

    Sempre Avanti! Care compagne e cari compagni

 

Dario