giovedì 21 marzo 2013

Finocchiaro: "Un grande in bocca al lupo, Zanda"

LETTERA

Rivolgo al neo presidente Luigi Zanda affettuosi auguri di buon lavoro, ringraziandolo delle belle parole che mi ha voluto dedicare nel corso dell'assemblea del gruppo in cui è stato eletto. Gli anni che ci hanno visto collaborare alla presidenza del gruppo del Partito Democratico del Senato sono stati politicamente molto duri e faticosi ma molto proficui e umanamente ricchissimi. Luigi Zanda è un uomo di grande esperienza e serietà, che ha profondamente a cuore il Parlamento e le istituzioni. Con lui il nostro gruppo è davvero in buone mani, anche in un momento complesso come questo. Credo che, grazie anche al suo contributo, il Senato riacquisterà una sua centralità e lavorerà molto di più di quanto è accaduto finora, con i governi Berlusconi e Monti. A lui la mia stima, il mio sostegno e un grande in bocca al lupo.

Anna Finocchiaro,

ex presidente del gruppo Pd al Senato

 

giovedì 14 marzo 2013

Psicopatologia del giocatore d’azzardo

LETTERA


GIOCHI DI STATO

Psicopatologia del giocatore d'azzardo: pandemia di una nuova categoria diagnostica ed entrate fiscali.


Secondo l'Eurispes il 78% degli italiani ha la passione per il gioco e 1 milione e trecentomila italiani sono addirittura a rischio dipendenza, giocano più di tre volte a settimana e spendono almeno 600 euro al mese.

    La raccolta complessiva è nell'ordine di decine di miliardi di Euro e in continuo aumento. Tuttavia, lo Stato non è il solo a trarre profitto dai giochi a premio, difatti oltre alla quota che spetta ai vincitori la gran parte dei soldi movimentata finisce nelle casse degli intermediari, cioè delle società concessionarie che gestiscono quotidianamente il volume delle scommesse.

    Sotto un profilo sociale, il gioco d'azzardo diviene spesso un costo enorme per lo Stato, poiché sono oramai accertati i danni che la "dipendenza" da esso inevitabilmente provoca.

    E' bene precisare, subito, che qualunque gioco in cui siano previsti versamenti e vincite in denaro può diventare "d'azzardo"; ciò dipende dalla psicologia del giocatore, ovvero dalla sua capacità di porre un limite al numero delle giocate o all'entità delle cifre puntate.

    I costi delle derive patologiche del gioco d'azzardo vanno ricercati in più aree, tra le quali le relazioni intime (correlate a crisi economiche, separazioni, problemi con i figli), gli sconfinamenti nell'illegalità e il ricorso al prestito usuraio, sono chiaramente quelle più delicate.           

    I reati in cui il giocatore "incallito" più facilmente può imbattersi sono i piccoli furti, la frode, la falsificazione della firma, l'appropriazione indebita, tutti fenomeni delinquenziali che talvolta non risparmiano neanche le donne.

    Sotto il profilo più strettamente sanitario, il giocatore patologico incorre spesso in periodi di profonda depressione, di forte nervosismo, di paura, di rischio di suicidio, di assunzione di farmaci per malesseri secondari al gioco d'azzardo ed altri sintomi correlati allo stress, quali difficoltà di memoria e concentrazione, disordini intestinali, emicrania, etc..

    Nonostante ciò, l'offerta "legale" ed illegale nel settore dei giochi a premio  aumenta di continuo, attraverso la progressiva immissione di quelli con caratteristiche di maggiore "dipendenza", in maniera molto simile a quella prodotta dalle sostanze psicotrope.

    Particolare interesse e preoccupazione riveste l'impatto della diffusione delle nuove forme di gioco presso gli adolescenti, come le slot-machines ed i video-poker, che provocano importanti conseguenze negative nell'ambito delle attività scolastiche, fino a sfociare in problemi correlati all'incrocio con l'uso di sostanze psicotrope ed alcolici.

    Il problema non è solo italiano (anche se nel nostro Paese sembra che l'offerta pubblica dei giochi sia l'attività dello Stato più vivacemente incentivata, basti dare un'occhiata al sito dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, www.aams.gov.it, per rendersi conto dell'enormità e della varietà dell'offerta!), difatti l'American Psychiatric Association (APA) ha deciso di inserire tra i nuovi disturbi psichiatrici il "Disturbo d'azzardo", poiché recenti dati hanno fatto ritenere che nelle persone che sono dipendenti dal gioco d'azzardo il cervello cambia in modo simile a quello dei tossicodipendenti, e che sia tossicodipendenti sia giocatori d'azzardo patologici traggono beneficio dalla terapia di gruppo e da una graduale disassuefazione.

    Attualmente, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV tr), la "bibbia" della psichiatria mondiale, la cui nuova edizione uscirà il prossimo mese di maggio, espone in questi termini la "prevalenza" del Gioco d'Azzardo:

    "La prevalenza del Gioco d'Azzardo Patologico è influenzata sia dalla disponibilità del gioco d'azzardo che dalla durata della disponibilità, così che con l'aumentare della disponibilità del gioco d'azzardo legalizzato vi è un aumento del Gioco d'Azzardo Patologico. […]".

    Il manuale, quindi, fa un preciso riferimento al gioco "legalizzato", che come abbiamo sottolineato in apertura può diventare d'azzardo sulla base del profilo soggettivo del giocatore, della sua fragilità psicologica.    

    Pertanto, ci chiediamo se sia giusto che lo Stato incentivi un'attività che può provocare  insidiose patologie neuropsichiatriche ai propri cittadini, per far "cassa" in un periodo di crisi!


Salvatore Scino,

Vice Presidente consiglio Comunale di Firenze

 

domenica 10 marzo 2013

L'incendio della Città della Scienza

(Roma, 5 marzo 2013) - L'attentato di oggi è un dolore non solo per la città di Napoli ma per l'intero Paese. Se la magistratura confermerà che l'incendio della Città della Scienza è di origine dolosa, la nostra priorità alla lotta alla camorra e alla malavita organizzata dovrà essere ancora più urgente e incisiva. Le mafie non stanno solo conquistando parti nevralgiche dell'economia dei territori ma ora distruggono anche le eccellenze che, come la Città della Scienza, sono sorte per lo sviluppo sociale del territorio e, al tempo stesso, come punto di riferimento della ricerca del Mezzogiorno.

Ecco le priorità per il prossimo governo e per il prossimo Parlamento: provvedimenti e massimo impegno contro l'illegalità e la violenza delle mafie. La criminalità organizzata è un macigno sulla strada della ripresa economica, degli investimenti, del pieno sviluppo del Paese.

Raffaele Ranucci,

Senatore della Repubblica (Pd)

Rodotà for President

La questione della elezione del prossimo Presidente della Repubblica rischia di essere impostata in maniera distorta con l'alibi di trovare un assetto politico che consenta di uscire dall'impasse creata dalle elezioni del 24 e 25 febbraio.

Questa scelta, decisiva in una caotica e pericolosissima fase, rischia di diventare merce di scambio in un "compromesso scellerato" tra forze politiche che dovrebbero essere incompatibili. In questo quadro riteniamo anche di dover inserire la ventilata ipotesi di non elezione di un Presidente nuovo.

La delicatezza della situazione esige dal Parlamento una lungimiranza coerente all'attuale momento storico.

In particolare, la sinistra, che ha la maggioranza assoluta alla Camera e il gruppo senatoriale più ampio, trovandosi sulle spalle la maggiore responsabilità per i nuovi assetti politici e istituzionali, deve assumersi l'onere di una proposta che vada oltre l'immediata utilità di bottega e le pur legittime aspettative di personalità dei propri apparati.

Il paese ha bisogno di un Presidente della repubblica che garantisca patriottismo costituzionale, rispetto rigoroso del costituzionalismo, esperienza istituzionale, saggezza personale, attitudine alla tutela delle regole della democrazia (in comprovato equilibrio tra i suoi aspetti formali e sostanziali), cultura dei diritti, attenzione e comprensione rispetto al valore della cittadinanza e alle mutazioni in corso che lo coinvolgono, prestigio internazionale, passione per la libertà come per l'equità, estraneità alla casta, ai suoi rituali, ai suoi privilegi, normalità e sobrietà di cittadino nei comportamenti privati.

Considerato tutto ciò, la candidatura che corrisponde a queste caratteristiche e al tempo stesso – a nostro giudizio – ha la possibilità concreta di riscuotere il necessario largo consenso è quella di Stefano Rodotà.

Enzo Marzo,

Fondazione Critica Liberale

Vendola e Ingroia

A margine dell'articolo "Ben altro!" di Paolo Bagnoli

apparso sull'ADL di mercoledì scorso.

È quanto meno ingeneroso, come ha fatto Paolo Bagnoli, accostare esperienze politiche diametralmente opposte, come quelle di Ingroia e Vendola. Le allucinazioni monotematiche ("radical-giudiziarie") dell'uno niente hanno a che vedere con l'impegno responsabile dell'altro nella coalizione di centrosinistra.

Il contributo di Vendola, come ha opportunamente osservato Andrea Ermano, è stato determinante nel porre un argine alla deriva berlusconiana e includerei in questo ruolo anche il piccolo ma prezioso contributo del misconosciuto Nencini.

Altro che nave di Schettino! Non oso pensare alle drammatiche conseguenze che avrebbe avuto la vittoria del Pdl alla Camera innanzitutto sul piano delle cariche istituzionali.

Gerardo Milani

Nel mio articolo ponevo essenzialmente il problema della sinistra in Italia – problema che Vendola non mi sembra abbia risolto, con tutto il rispetto per l'uomo, naturalmente.

Né tantomeno è stato risolto dal partito dei giudici.

Che ci sia nuovamente qualche deputato del Psi, bontà del PD, non significa che la questione socialista sia avviata a soluzione nel nostro Paese.

Infine il "vincitore sconfitto" delle elezioni: il paragone con la nave di Schettino potrà non piacere, ma l'incaglio di Bersani è evidente.(P.B.)