venerdì 18 luglio 2008

Il caffè - saggezza filosofica

Un professore di filosofia davanti alla sua classe, senza dire parola, all'inizio dell'ora di lezione, prende un barattolo grande e vuoto di maionese e procede a riempirlo con delle palle da golf. Dopo chiede agli studenti se il barattolo è pieno. Gli studenti sono d'accordo e dicono di sì.
Cosi il professore prende una scatola piena di biglie di vetro e le versa dentro il barattolo di maionese. Le palline di vetro riempiono gli spazi vuoti tra le palle da golf. Il professore chiede di nuovo agli studenti se il barattolo è pieno e loro rispondono di nuovo di sì.
Poi il professore prende una scatola di sabbia e la versa dentro il barattolo. Ovviamente la sabbia riempie tutti gli spazi vuoti e il professore chiede ancora se il barattolo è pieno. Questa volta gli studenti rispondono con un sì davvero unanime.
Il professore, velocemente, aggiunge due tazze di caffè al contenuto del barattolo ed effettivamente riempie tutti gli spazi vuoti tra la sabbia.Gli studenti si mettono a ridere.
Quando la risata finisce il professore dice: "Voglio che vi rendiate conto che questo barattolo rappresenta la vita. Le palle da golf sono le cose importanti come la famiglia, la salute, gli amici, l'amore; le cose che ci appassionano. Sono cose che, anche se perdessimo tutto e ci restasse solo quello, la nostra vita sarebbe ancora piena. Le palline di vetro sono le altre cose che ci importano, come il lavoro, la casa, la macchina ecc. La sabbia è tutto il resto: le piccole cose. Se prima di tutto mettessimo nel barattolo la sabbia, non ci sarebbe posto per le palline di vetro ne per le palle da golf. Bene, la stessa cosa succede nella vita. Se utilizziamo tutto il nostro tempo e tutte le nostre energie nelle piccole cose, non avremo mai spazio per le cose realmente importanti. Fate attenzione alle cose cruciali per la vostra felicità: giocate con i vostri figli, prendetevi il tempo per andare dal medico, per andare a cena con il partner, praticare lo sport o hobby preferito. Ci sarà sempre tempo per pulire la casa, o per riparare il rubinetto che gocciola. Occupatevi prima delle palline da golf, delle cose che realmente importano. Stabilite le vostre priorità, il resto è sabbia".
Uno degli studenti alza la mano e chiede cosa rappresenta il caffè. Il professore sorride e dice: "Sono contento che tu mi faccia questa domanda. Era solo per dimostrarvi che non importa quanto occupata possa sembrare la vostra vita, c'è sempre un posto per un paio di caffè con un amico. Quando le cose della vita ci superano... quando 24 ore al giorno non bastano... ricordiamoci del barattolo di maionese, ma soprattutto... del caffè".

Anna, da Ginevra, che vi saluta con un "ciao"

venerdì 11 luglio 2008

L'ELDORADO DEI DERIVATI?

L’ITALIA E’ L’ELDORADO DEI DERIVATI? FORSE NON TUTTA L’ITALIA, MA I NOSTRI ENTI LOCALI SÌ.

Il Rendiconto Generale dello Stato per il 2007, presentato il 26 giugno dalla Corte dei Conti, fa un bilancio pieno di luci ed ombre. Ma il Belpaese, oltre ad una spesa corrente difficile da controllare, ha anche 1800 miliardi di beni di Stato che, se venduti, annullerebbero il debito pubblico. Per non parlare della ricchezza immobiliare dei nostri squattrinati comuni, di cui le banche estere specializzate in derivati si sono gia’ abbondantemente accorte.

di M. Sironi

Il caso e’ scoppiato il 27 giugno, cioe’ all’indomani della presentazione del Rendiconto Generale dello Stato per il 2007 da parte della Corte dei Conti: il pm milanese Alfredo Robledo ha avviato un’inchiesta sui contratti derivati sottoscritti dal Comune di Milano nel giugno 2005 con UBS, Deutsche Bank, JP Morgan e Depfa. L’inchiesta vuole accertare se gli abili banchieri abbiano ‘fatto scemi ‘’ i funzionari comunali rifilando loro contratti derivati a condizioni chiaramente sfavorevoli, o se invece i 263 milioni di perdite gia’ accumulate sui contratti in questione siano da attribuirsi puramente all’andamento dei mercati: i derivati, si sa, sono prodotti ad alto rischio. Chi sottoscrive un contratto derivato incassa subito un po’ di soldi, ma in cambio firma una scommessa che puo’ andare bene, ma puo’ anche portare grosse perdite. Amministratori sprovveduti o spericolati?

Il sindaco Letizia Moratti ha detto che, fatte le verifiche del caso, non e’ escluso che il Comune si costituisca parte civile in un’eventuale causa per truffa. Situazione analoga al Comune di Taranto, ma gli Enti Locali che in prospettiva potrebbero fare crack sono molti: da dieci anni ormai Regioni, Province e Comuni si sono dati alla finanza attiva emettendo Bor, Bop e Boc per 30 miliardi circa , e accumulando cosi’ - tra mutui, emissioni obbligazionarie e contratti derivati - debiti complessivi per 109 miliardi (fonte Banca d’Italia).

Molte obbligazioni sono state collocate all’estero, ovviamente tra gli investitori istituzionali: nonostante si tratti di Regioni con difficolta’ economiche, la Campania ha collocato oltre confine bond per 2,2 miliardi, il Lazio per poco piu’ di 3, la Sicilia per 1,4 e l’Abruzzo per 1,1 miliardi. Ma sono dati difficili da raccogliere anche per la Banca d’Italia. A preoccuparsene - oltre alla Corte dei Conti che ha spesso puntato il dito contro l’allegra finanza locale – ora e’ anche il Governo, che sta studiando sanzioni per gli Enti piu’ spendaccioni: dal 2009 quelli che non avranno centrato gli obiettivi del Patto di Stabilita’ non potranno piu’ emettere obbligazioni o sottoscrivere mutui. E per tutti niente derivati per un anno. Resta pero’ la mina vagante dei contratti derivati sottoscritti in passato: a quanto ammontano, e perche’ le banche straniere fino all’anno scorso erano cosi’ attive in questo settore? E soprattutto, e’ vero che l’Italia, con 200 miliardi di contratti in essere, e’ l’Eldorado dei derivati, come sostengono gli esperti della Exane, e che solo nel 2007 gli investitori retail ne hanno sottoscritti 42 miliardi ??

Confutando i dati del rapporto presentato l’8 luglio da Exane, la Banca d’Italia fornisce cifre assai piu’ basse, che si riferiscono pero’ solo a quanto collocato dalle banche italiane. Ma sono anni che la Corte dei Conti tiene d’occhio il fenomeno, tanto che dal 2007 ha imposto agli Enti Locali l’obbligo di segnalazione se sottoscrivono derivati. E’ un primo passo. Negli altri paesi europei, da tempo, per le amministrazioni pubbliche questi contratti sono merce proibita. In Italia invece da qualche anno a questa parte, per quanto squattrinati e indebitati fossero i nostri comuni, funzionari di prestigiose finanziarie estere hanno bussato alle loro porte, proponendoli. E a guardare il Rendiconto Generale dello Stato si capisce anche come mai.

Il patrimonio pubblico del Belpaese, dice la Corte dei Conti, nel 2007 era di 1.800 miliardi, largamente sufficiente quindi a colmare il debito pubblico (1.597 miliardi) in caso di vendita totale dei beni dello Stato. Dei 1.800 miliardi solo 160 sono rappresentati da beni immobili. Assai piu’ ricchi di immobili sono invece gli Enti Locali, il cui patrimonio immobiliare e’ valutato 320 miliardi. Se i comuni fanno crack, dunque, non c’e’ problema: le banche creditrici si consoleranno con scorpacciate di ville monumentali, castelli da favola, parchi secolari, palazzi di alta rappresentanza. Insomma tutto quel po’ po’ di ben di Dio che fa dell’Italia, appunto, il Belpaese. E che spesso il Belpaese non sa ne’ apprezzare ne’ valorizzare nel modo giusto.

Maroni sconfessato dal Parlamento Europeo

Tutti insieme ce l'abbiamo fatta! Il ministro degli Interni Maroni è stato clamorosamente sconfessato dal Parlamento Europeo che, a larga maggioranza, ha considerato illegittima la pratica di prendere le impronte digitali su base etnica a Rom adulti e bambini. Ora tocca a noi intervenire perché vengano restituite le impronte già prese, in particolare in Campania. E pensare che il ministro degli Interni nei giorni scorsi ci aveva fatto intendere che l'Europa non avrebbe posto ostacoli alla sua iniziativa.... Tutto è bene quel che finisce bene, ma comunque stiamo attenti a non abbassare la guardia.

Pupa Garribba, Aned - Roma