lunedì 31 maggio 2010

E che si dice del capitalismo della spesa?

 
Vedi Editoriale del direttore ("Una nuova categoria socialista"), sull'ADL del 28.5.10, ora in http://www.avvenirelavoratori.eu/mediawiki/index.php?title=Editoriale

Avevo già letto l'articolo del prof. Panebianco, e naturalmente da vecchio socialista, memore delle battaglie fatte non ne ho condiviso quasi niente.
    Oramai è di moda  bastonare il socialismo. Siamo abituati.
    Vorrei ricordare al prof. Panebianco che il "socialismo della spesa" e l'ennesima travisazione del socialismo.
    L'assistenza alle classi più deboli, la scuola e l'università pubblica, la sanità, e tutto quello che sgrava le classi meno abienti,  è chiamato "socialismo della spesa"
    Viva questo socialismo.
    Che si dice del "capitalismo della spesa?

Nino Cavaliere 
 
 

Non solo tagli

 

Il rigore nei conti dell'Ue è un atto dovuto, sul quale pesa molto l'indecisione dei governi. Non si affronta la crisi solo con i tagli serve una lotta seria alla speculazione.


di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**


Non sono state le affermazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel su un euro ancora in pericolo a determinare l'ultimo crollo delle borse. Il rischio di una prolungata crisi dovrebbe essere qualcosa di cui essere consapevoli tutti. Non si è avuta cioè una «reazione psicologica dei mercati» all'ammissione di difficoltà nella gestione della crisi europea. Il duro attacco speculativo è stato invece una vera sfida ai governi europei, che poche ore prima avevano concordato di limitare lo strapotere degli hedge fund e gli spazi operativi dei derivati finanziari, quali i noti credit default swaps.

    Il Consiglio europeo dei ministri delle finanze e lo stesso Parlamento europeo avevano appena presentato due progetti convergenti per regolamentare i comportamenti degli hedge fund e di altri istituti di private equity, creati dalle stesse grandi banche internazionali, spesso per aggirare i controlli e le limitazioni esistenti a cui esse dovevano sottostare. A Bruxelles si è registrata una sostanziale condivisione da parte di tutti i paesi. Contro è stato solo il governo inglese. Probabilmente il peso della City, dove ha sede l'80% di tutti gli hedge fund del mondo, conta non poco.

    La Bafin, l'agenzia tedesca di controllo dei mercati finanziari, aveva già deciso di bandire fino al 31 marzo 2011 i contratti speculativi «nudi», cioè senza un sottostante reale, e «short», cioè al ribasso, su alcune obbligazioni di debito della zona euro. Queste misure riguardano anche i cds e le vendite short di azioni di una decina di banche e assicurazioni tedesche. Il provvedimento della Bafin è sostanzialmente un'anticipazione delle specifiche legislazioni in merito, che Berlino starebbe preparando per regolamentare i mercati di tutti i titoli tedeschi.

    Gli hedge fund rappresentano un settore crescente della finanza internazionale con oltre 1.700 miliardi di dollari in asset. Operano essenzialmente sui mercati dei derivati Otc non regolamentati. Non sono interessati alle operazioni tradizionali di credito o alla produzione di beni reali, ma soltanto a manovrare «titoli sintetici», cioè derivati finanziari di vario tipo. Secondo l'Office of the Comptroller of the Currency, nel 2009 le banche americane hanno fatto registrare profitti per 22, 6 miliardi di dollari provenienti soltanto da operazioni in derivati. Questo mentre il bilancio americano chiudeva con un disavanzo dell'11% e il Pil si riduceva del 2,4%.

    La Commissione Europea ha accertato che banche e istituti europei avrebbero almeno 2.000 miliardi di euro investiti in strumenti alternativi, come gli hedge fund. Evidentemente, l'America e l'Europa hanno le stesse sofferenze circa i problemi della «finanza globale».

    La crisi sistemica, evidenziata in modo dirompente dal fallimento della Lehman Brothers e poi da quello del debito greco e dalla speculazione contro l'euro, non può che essere affrontata in sede di G20. È chiaro che devono essere i governi a fissare le regole del gioco e non il mercato. Negli Stati Uniti le banche e i signori di Wall Street hanno messo in campo i loro lobbisti per bloccare le riforme in discussione al Congresso. In Europa la finanza speculativa, soprattutto quella della City, aggredisce in modo violento i mercati europei con l'intento di destabilizzare e ricattare. Mai come ora gli Stati Uniti, l'Europa e i paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina - ndr) hanno un interesse comune di definire le nuove regole per il sistema finanziario. Il problema non è più rinviabile e le stesse resistenze inglesi non sono più giustificabili.

    Il rigore dei conti pubblici dei paesi dell'Ue è senz'altro dovuto e opportuno per rendere stabile l'economia, ma le ultime drammatiche vicende della crisi molto probabilmente sono il frutto anche dell'indecisione dei governi circa le nuove regole, che sono state declamate ma non praticate. Se si pensa solo ai tagli di bilancio, senza effettivamente attaccare la speculazione e senza attivare un programma di rilancio a lungo termine dell'economia reale, si rischia di avere, oltre alla crisi finanziaria e di deflazione, anche quella sociale.

    In Italia, inoltre, dovremmo sapere che la lotta all'evasione fiscale, alle frodi, al riciclaggio, al lavoro sommerso non può essere sbandierata come un impegno eccezionale motivato dalla crisi e dalle correzioni di bilancio, ma dovrebbe essere un elementare e costante dovere dello stato, indipendentemente dai governi che passano.


*)     Già sottosegretario economia nel governo Prodi

**)   Economista

 
 
 

giovedì 27 maggio 2010

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mercoledì 26 maggio 2010

Se i socialisti avessero fatto come i radicali...Napolitano il Grande! Solidarietà a Garzòn

Se i socialisti avessero

fatto come i radicali...

 

Veltroni è un boccone amaro che doveva essere ingoiato. Se i socialisti del "defunto" Boselli avessero accettato di entrare nel Partito Democratico, rinunciando alle proprie ambizioni identitarie ed affiancandosi alla sofferta ma intelligente scelta dei radicali, i risultati elettorali sarebbero stati diversi. Diversa, più attiva e articolata la presenza del fievole Pd nel Parlamento. Insomma, tutta un'altra storia. Certo è che Veltroni che ieri era una medicina amara, oggi è un boccone indigesto. Ma non dimentichiamoci che il fallimento del Veltro ci ha lasciato tutti, anche quel che resta (se resta) dei socialisti, alla mercé della lupa, la più pericolosa delle tre fiere dantesche.

Con amarezza,

Gerardo Milani, Milano
 
 
 

Napolitano

il Grande!

 

Oggi, 17 maggio 2010, VI Giornata internazionale della lotta all'omofobia e alla transfobia, si è celebrato a Roma un evento storico. Il Presidente della Repubblica Italiana ha ricevuto al Quirinale un'ampia rappresentanza di associazioni omosessuali e transessuali, su iniziativa dell'On. Paola Concia.

L'incontro  e' stato importante non solo per il valore  simbolico in sè ma soprattutto per i temi affrontati. Significativa per noi e' stata la sottolineatura fatta dal Presidente Napolitano su omofobia e transfobia e i diritti delle persone LGBTQI come non solo un problema delle singole persone o prerogativa delle associazioni omosessuali e transessuali, ma come una questione che investe tutta la società e di cui tutti si devono sentire responsabili.

    Il Presidente ha inoltre evidenziato che gli aspetti su cui intervenire sono due: uno culturale e sociale, l'altro normativo e che su entrambi le Istituzioni devono fare la loro parte. Tale manifesta consapevolezza e il richiamo alle Istituzioni sono i punti nodali di maggiore soddisfazione per noi. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha sollecitato il Parlamento a legiferare per il riconoscimento delle coppie omosessuali, le parole precise ed equilibrate di Napolitano sono cardini ormai imprescindibili.

    Gli interventi dei maggiori custodi della Carta  Costituzionale  rappresentano la cornice più autorevole in cui il Parlamento tutto dovrà muoversi per legiferare senza più indugi. Ringraziamo il Presidente Napolitano   per aver, anche  questa volta, rappresentato  i valori  di    inclusione  e  di affermazione dei diritti.

Francesca Polo -  ArciLesbica Nazionale 

Giuseppina La Delfa – Famiglie Arcobaleno

Marcella Di Folco – Movimento di Identità Transessuale

Paolo Patané - Arcigay Nazionale

Rita De Santis - Agedo

Rossana Praitano - Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli 
 
 
 
 

Solidarietà a Garzòn

 

Grazie a lui oggi c'è un golpista cileno davanti alla Corte d'Assise a Roma

I crimini del passato non possono essere cancellati. Solidarietà al giudice Baltasar Garzòn sospeso per aver voluto investigare i crimini del franchismo in Spagna.

    Garzòn è vittima di una crociata reazionaria. Ma proprio grazie a lui, da noi in Italia, c'è oggi sotto processo in una Corte d'Assise a Roma il golpista cileno Alfonso Podlech arrestato per aver fatto scomparire l'ex sacerdote Omar Venturelli.

    Un contributo, quello di Garzòn, che ha portato a investigare in questi anni anche da noi 146 golpisti dell'America Latina responsabili di orrendi crimini.

Massimo Rendina

Dario Fo

Franca Rame

Nicola Tranfaglia

Fabio Porta

Anna Foa

Ippolita Avalli

Arturo Salerni

Gianfranco Mascia

Jorge Ithurburu

Paolo Cento

Maria Paz Venturelli

Enrico Deaglio

Athos De Luca

Paolo Butturini

Moni Ovadia

Paolo Brogi

Maria Ines Bussi

Serena Dandini

Lidia Ravera

Claudio Lazzaro

Brunello Mantelli

lunedì 10 maggio 2010

Se dovessi acclarare... Cold case 30.4.1859

 
Se dovessi
acclarare... 

L'Italia Paese creativo avrà per il futuro un'altra cosa da offrire al mondo, il "se dovessi acclarare..."
    Questa è la frase uscita da una bocca stolta e bugiarda. Come può pensare il ministro Scajola che gli italiani se la bevano in attesa che lui acclari?
    La casa te la sei comprata con i tuoi soldi oppure? Sembra che gli sia venuto qualche dubbio solo dopo che anche i giornali del Berlusca l'hanno attaccato.
    Sapere cosa ci sia dietro agli articoli del "Giornale" e di "Libero" è per me ancora un rebus. È solo dopo questi articoli che Scajola ha preso questa decisione.
    Nel frattempo Ciarrapico, ex fascista ed ex democristiano è indagato per truffa  per aver percepito illegalmente ben 22 milioni di contributi dello Stato per l'editoria.
    E mentre attendiamo che Scajola acclari,  i 110 miliardi di euro previsti per dare un aiuto alla Grecia sembrano come volatilizzati, visto che le borse europee hanno perso in un sol giorno ben 140 Miliardi di euro.
    Possono i mercati mettere in difficoltà gli attuali stati europei? Sembra di sì se l'Europa non risponde SUBITO in maniera convincente. 
    È ammissibile che i mercati abbiano questo potere?
    Cosa ne pensano i nostri politici?

Gianfranco Tannino, Monaco di Baviera 
 
 
 
 
Cold case
30.4.1859

Centocinquantuno anni fa il governo provvisorio della Toscana abolisva la pena di morte

Ogni tanto i giornali ci narrano la soluzione di un "cold case". Un omicidio di cui, per circostanze fortuite, si sono conservati i reperti che hanno permesso di effettuare il test del Dna e di consegnare, anche dopo trent'anni, il colpevole alla giustizia.
    La storia arriva quasi sempre dall'America e suscita un'ammirazione sconfinata per il sistema giudiziario di quel paese. Tolleranza zero, sindaci sceriffi, libertà di girare armati: tutto il ciarpame giuridico-telefilmico ci viene rovesciato addosso.
    Peccato che dietro la fogliolina del "cold case" risolto si nasconda un'inquietante foresta.
    Ogni anno, nella sola California, 1.000 omicidi restano impuniti. Ogni anno nello stato del Governatore più fico del mondo 1.000 assassini la fanno franca.
    Pensiamo agli ultimi dieci anni: quelli che ci separano dall'undici settembre. Negli Stati Uniti ci sono stati almeno 130 mila omicidi criminali, 50.000 sono senza un colpevole e di questi 12.000 in California. Un risultato sconfortante di fronte a qualche cold case risolto.
    La situazione è destinata a peggiorare.
    La California non ha soldi per pagare gli straordinari alla polizia, mentre i tribunali vengono chiusi e il personale licenziato.
    In compenso il Golden State si ostina a spendere più di 100 milioni di dollari all'anno nella pena capitale.
    Il braccio della morte di San Quintino trabocca di 700 condannati, ma le esecuzioni sono state 13 in trent'anni e ciascuna è costata almeno 250 milioni di dollari.

Dott. Claudio Giusti, Firenze