martedì 24 febbraio 2009

SUL DISCORSO DEL PRESIDENTE DI TURNO DELL'UE

Esprimo il mio apprezzamento e ringraziamento al presidente del Parlamento europeo, Hans-Gert Poettering, per le parole cortesi ma ferme che ha rivolto al presidente ceco Vaclav Klaus al termine del suo discorso davanti al Parlamento europeo riunito a Bruxelles. Abbiamo accolto il capo di stato del paese presidente di turno dell'Unione e abbiamo ascoltato con attenzione il suo ragionamento, sostanzialmente contrario a ogni passo in avanti nell'integrazione europea, compresa quella politica.

Ha fatto bene il presidente Poettering, seppure con un gesto irrituale, a ricordare a Klaus che nella famiglia europea vi sono già opinioni diverse e libertà di esprimerle ma, come in tutte le democrazie, vige il principio del rispetto delle decisioni della maggioranza.

Klaus è preoccupato dal fatto che noi possiamo considerare un dogma una maggiore integrazione politica e si è detto sicuro che "i possessori delle chiavi dell'integrazione europea cerchino di imporre queste nozioni".

L'integrazione europea, non certo senza difficoltà, procede da 50 anni e ha ancora una lunga strada davanti a sé. Nonostante vi siano opinione pubbliche refrattarie alle aperture internazionali e gelose della propria autonomia, la storia degli ultimi decenni ha mostrato che molte spesso proprio le politiche concordate e integrate in una dimensione sovranazionale sono state in grado di rispondere alle sfide di oggi, che sono quasi sempre globali.

Gianni Pittella, Strasburgo
Europarlamentare (PD/PSE)

sabato 21 febbraio 2009

IL DONO DI ELUANA

Chissà cosa avrebbe pensato Eluana se avesse davvero potuto... Di certo non era "cibo" quello che riceveva quotidianamente, ma una miscela di farmaci da cui dipendeva l’esile sopravvivenza di quello che del suo corpo restava.
Ci resta ora un meraviglioso regalo, di cui dobbiamo essere grati ad un padre per la logorante battaglia che ha condotto per rispettare la volontà della figlia: mentre Eluana si spegneva definitivamente, una moltitudine di coscienze si risvegliava.
Affetto e solidarietà al padre di Eluana che abbraccio, con l’augurio che la politica provveda in modo esemplare e con spirito laico, senza decisioni frettolose. Anche perchè i 60 milioni di cittadini italiani sono "cattolici, musulmani, ebrei, indù e non credenti".
Quello che Eluana ci ha svelato è il volto di un potere che ha gettato finalmente la maschera e ha voluto una prova di forza contro l’Italia civile e democratica.
Le molte vergognose e inqualificabili dichiarazioni sul conto di Eluana e della sua famiglia, gli infamanti sospetti, si fanno scudo del dolorosissimo accaduto e alimentano i peggiori sentimenti.
Attraverso queste dichiarazioni, alcune veramente inaccettabili, la destra sta provando a creare il clima sociale propizio per dare l’assalto alle istituzioni, rappresentate dalla presidenza della Repubblica e dalla magistratura.
Non conta ad attenuare la tensione il fatto che un’altra istituzione, la presidenza della Camera, cerchi di prendere le distanze dalle posizioni di una maggioranza che parla un linguaggio aggressivo, offensivo e volgare. Nè la circostanza che sia addirittura Bossi a difendere Costituzione ed istituzioni, proprio lui che in passato non ha perso occasione per attaccare indiscriminatamente ed offendere anche i simboli della nostra Repubblica.
Non dobbiamo lasciarci trarre in inganno da queste posizioni equilibriste e ipocritamente super partes. Dobbiamo invece vigilare con tutte le nostre forze e possibilità sulla difesa della presidenza della Repubblica, prima istituzione e garante dello stato democratico che rappresenta.
Perché da qui a poco saranno numerosissime le nuove occasioni che proveranno a gettare fango sulle istituzioni, sui diritti fondamentali della persona e sui principi di solidarietà sociale.

Andrea Clavarino, Communitas, Roma

lunedì 16 febbraio 2009

Tempesta in arrivo


Megale (Cgil) sul Pil in calo: "Nei prossimi mesi ci troveremo di fronte ad una vera e propria tempesta".
 
 
"Se a fine 2008 siamo a un - 2,6% vuol dire che nei prossimi mesi ci troveremo di fronte ad una vera e propria tempesta". È il commento del segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, ai dati sul Pil diffusi oggi dall'Istat. "D'altro canto - continua - la media del 2008 segna quasi un - 1% che fino ad ottobre scorso nessuno immaginava: il Fmi allora stimava - 0,1%, l'Ocse - 0,4%, la stessa Confindustria a dicembre - 0,5% . Purtroppo, come si vede, previsioni che peggiorano di settimana in settimana".
 
    A questo punto, rileva il sindacalista, "è più che probabile che il dato già negativo di un -2% per il 2009 sarà invece molto più vicino a un -3% con tutte le conseguenze relative al calo della produzione industriale che, dopo il dato calo del 14,3 di dicembre, vedrà a febbraio un ulteriore peggioramento". Ma, denuncia Megale, "la gravità della caduta recessiva continua a registrare la totale assenza di una vera e propria terapia d'urto da parte del governo. Nel panorama europeo, misurando le risorse stanziate e i provvedimenti assunti in termini di politica economica, l'Italia si colloca all'ultimo posto: sia per quantità di risorse stanziate che per capacità di intercettare i bisogni relativi al sostegno all'occupazione, alla riduzione delle tasse sul lavoro e sulle pensioni".
 
    Per Megale "bisogna rilanciare la domanda interna e per questo abbiamo proposto che il governo investa un punto di Pil, pari a 16 miliardi, capaci di recuperare il fiscal drag del 2008, investendo 7/8 miliardi per ridurre di almeno 50 euro al mese le tasse sul lavoro a lavoratori e pensionati. Anche per questo - conclude - abbiamo avanzato la proposta di attivare un tavolo anti crisi per affrontare insieme occupazione, tutela dei redditi, e rilancio degli investimenti".

martedì 10 febbraio 2009

Presadiretta

Esprimo vivo apprezzamento per la prima puntata della trasmissione Presadiretta andata in onda domenica 1° febbraio alle ore 21.30 su RAI 3 e condotto da Riccardo Iacona.

Un servizio, quello di Presadiretta, che ha messo in evidenza e denunciato con coraggio le terribili condizioni di vita dei lavoratori stranieri che oggi vivono in Italia. Una situazione difficile accentuata dall’inesistenza di una vera politica d’integrazione in Italia.

La parte dedicata agli immigrati in Italia è stata esaustiva ed è stato importante l’accostamento fatto nel reportage con gli italiani in Svizzera, attraverso il racconto della loro condizione di clandestini e ricordare che solo pochi decenni fa erano loro gli "emigrati emarginati".

Questo ultimo aspetto del documentario andrebbe ulteriormente sviluppato e approfondito, perché sono convinto che l’esperienza degli italiani emigrati in tutto il mondo può aiutare tutti noi a comprendere meglio la situazione dei migranti oggi e a elaborare possibili soluzioni al fenomeno, senza nessun buonismo e nessuna cattiveria ma solo con il buon senso del rispetto dei diritti e dei doveri di tutti i cittadini che vivono e lavorano nel nostro paese.

sen. Claudio Micheloni (PD), Roma / Neuchâtel
La puntata di Presadiretta andata in onda su RaiTre
il 1° febbraio dedicata al tema "Migranti" è in rete al sito:
http://www.presadiretta.rai.it/category/0,1067207,1067208-1083740,00.html

giovedì 5 febbraio 2009

IL PD CHE VOGLIAMO

La forte inadeguatezza del Governo a fronteggiare temi centrali quali la crisi economica e il diritto al lavoro, la sicurezza, l'integrazione degli immigrati, può aprire per la nostra collettività importanti spazi di riconoscimento nei valori distintivi del Pd.
    Sono valori democratici che consentono di superare quella "solitudine civica" che sentiamo ogni volta che la verità è negata e le ingiustizie perpetrate.
 
Il nostro è un partito nuovo che sta lentamente ma sicuramente arrivando al termine di un duro percorso di costruzione di un comune sentire, nel rispetto delle diverse sensibilità individuali.
    E' giunto il momento di fare scelte difficili nell' affrontare temi delicati come quelli etici e nella difesa dei diritti individuali e collettivi, sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.
    Speriamo che l'insistenza del papà di Eluana abbia portato ad un punto fermo e crediamo che il sen. Ignazio Marino stia facendo un buon lavoro. Crediamo inoltre che questo percorso possa essere favorito da un serio dibattito interno tra i sostenitori del Pd ( simpatizzanti, militanti e tesserati).
    Solo con un maturo confronto anche sui temi più difficili potremo diventare veramente più forti.
Andrea Clavarino e Barbara Cigliana

mercoledì 4 febbraio 2009

Segnalazioni

Riceviamo e volentieri segnaliamo
La farina e il lievito
Mercoledì 4 febbraio 2009 ore 16,30
Cgil Campania Istituto Arfè
Associazione Biondi - Bartolini
Archivio Storico Cgil Campania
Università degli Studi di Napoli
"L'Orientale" - Palazzo du Mesnil
Via Chiatamone, 62
Napoli
Presentazione del libro La farina e il lievito. Idee, percorsi, ricordi
di Elio Giovannini saluti
Gina Melillo modera
Massimiliano Amato introduce
Vincenzo Esposito partecipano
Luigi Falossi, Michele Gravano, Antonio Lettieri,
Fabrizio Loreto, Enzo Mattina sarà presente l'autore   

Dal World Social Forum riceviamo e volentieri segnaliamo
THE FINAL DAY OF
THE WSF 2009 (01.02)
Wsf_bulletin@listas.rits.org.br
http://listas.rits.org.br/mailman/listinfo/wsf_bulletin

    • Together for Climate Justice in Copenhagen - Tenda Multiuso 2
    • Assembly on human rights - Tenda Direitos Humanos
    • Assembly on the Collective Rights of Peoples - Tenda dos Povos sem Estado
    • Assembly "Crisis in Civilization, Living Well and Collective Rights" - Tenda Indigena
    • General assembly against war, military bases, militarism and nuclear weapons - Tenda Multiuso 1
    • Pan-Amazonian Assembly -Tenda Pan Amazônia
    • Facing the crise, developing the Social Forum as a permanent process from the propositions - Salão Verde
    • Assembly Sciences and Democracy - Auditório da Prefeitura
    • Assembly on Negros in the 2009 WSF - Tenda Afro-negritude
    • Assembly on Women - Tenda Multiuso 4
    • For a World Without Debt: Audit and Reparations Now - Tenda Multiuso 3
    • Network of inter-communication and good experiences - Predio central - Sala de Desenho
    • Towards Globalising the United Nations Declaration on the Rights of Indigenous Peoples - Predio central - Anfiteatro
    • World assembly of the united international network of human rights - Tenda Reforma Urbana
    • Struggle against corruption and impunity - Predio Central - COO2
    • Justice for the Amazon - Tenda dos Povos da Floresta   

SU ETICA ED ECONOMIA

Un grande filosofo italiano riflette sul disastro del liberismo selavaggio
di Fulvio Papi *)
Sulla “crisi finanziaria” ormai sono visibili alcune letture possibili che cercherò di riassumere nell’essenziale. Da un punto di vista rigorosamente teorico essa ha mostrato contemporaneamente il volto anarchico (nel senso che non ha una legge esterna alla propria riproduzione) e spontaneamente paranoide (nel senso che non riesce a vedere altro comportamento al di fuori della propria riproduzione) del capitalismo.

Il tema attuale delle “regole” scopre proprio questo problema. La crisi finanziaria sotto questo profilo non è un isolato episodio di “colpa” ma appartiene a uno stile generalizzato che non è detto sia impossibile addomesticare, ma che è stato vincente nella nostra congiuntura. Le distruzioni ambientali prodotte dall'insediamento nel mondo di numerose multinazionali, dal punto di vista dei danni procurati, non sono di certo trascurabili, anche se questi danni sono meno visibili poiché non hanno l’effetto mondiale immediato di una crisi finanziaria. Prima di esaminare le letture possibili e prevalenti della crisi, desidererei aggiungere due considerazioni.

Occorre domandarsi seriamente il perché sia dovuta proprio capitare una (prevedibilissima) crisi per mettere in una luce pubblica i guasti materiali e simbolici di un assolutismo liberista, al di là del delirio finanziario, quando da almeno mezzo secolo era chiaro che il calcolo della “ricchezza” secondo il famoso PIL è un calcolo monetario che ha poco a che vedere con le concrete condizioni di vita dell'”ambiente”, in un significato lato che comprende la natura e gli uomini socialmente esistenti. Secondo: i titoli che alla fine del loro tragitto finanziario rappresentano una ricchezza virtuale, all'origine derivano da un comportamento finanziario che, con il sistema del credito, mostrava possibile la realizzazione di un'idea sociale di felicità: la “propria casa” che è un desiderio di identità, di sicurezza, di difesa, di promozione sociale che, in altra epoca, sarebbe declinato nella dimensione del risparmio e dell’insieme delle virtù sociali che vi sono connesse.

Alla “crisi finanziaria” è quindi non solo presente, ma scatenante una immagine sociale di felicità che è la traduzione economica del desiderio come fondamentale in un ambiente sociale di capitalismo sfrenato. Andare a fondo nell'analisi della crisi significa prendere in considerazione il rapporto reale che si sottende a “questa traduzione economica del desiderio” che è, tra le varie cose, la manipolazione immaginaria della povertà.

Dicevo delle differenti letture della crisi:
1) Una tesi molto forte, soprattutto perché corrisponde a poteri reali, si pone il problema di trovare alcune regole generali, a livello finanziario, al fine di evitare la ripetizione di crisi di questo tipo. In sostanza, nell'immediato, salvare con un intervento pubblico la catastrofe e poi dare una regolamentazione ai criteri del credito, ritenendo in generale che il sistema possa riprendere a funzionare con “regole” considerate comunque buone e tali da provocare i migliori effetti possibili a livello sociale. Queste regole globali tuttavia non le sta elaborando nessuno che conti. Quanto agli interventi immediati non ho la competenza per entrare nel discorso, tuttavia non trascurerei l’ipotesi di chi teme che essi, non selezionati, possano essere nella medesima direzione della crisi.

2) La crisi finanziaria mostra gli effetti sbagliati del capitalismo contemporaneo in due direzioni tra loro connesse. Una: l'offerta di consumi spesso superflui, futili ad alto indice di spreco nelle aree ricche con effetti di ingiustizia nei confronti di larghe parti del mondo e, contemporaneamente, l'insostenibilità planetaria di uno sviluppo di questo genere. E da questo punto di vista si aprono due problemi che hanno una loro connessione, anche se non meccanica. L'uno è la trasformazione, all'interno del mercato, della produzione e dei consumi. L'altro è l'intervento di una dimensione etica nel processo economico.

3) Per quanto riguarda il primo punto è possibile immaginare che si possa sviluppare una dinamica conflittuale anche all'interno della dimensione economica capitalistica tra (per semplificare) “novatori” e “rendite di posizione”. E’ ovvio che dal punto di vista pubblico si dovrebbe immaginare il massimo appoggio ai “novatori”. Il che comporterebbe tutta una serie di modificazioni rilevanti, per esempio nel campo delle priorità urbanistiche, energetiche, ambientali, di comportamento culturale. In una prospettiva del genere vi è una dimensione etica - la precauzione - che è in grado di mostrare la sua competitività nel mercato e che ovviamente dovrebbe essere sostenuta dall'intervento pubblico.

4) Se invece si assume la dimensione dell'etica come “fondamento” il problema è molto più complesso. Può essere esemplificato così: nel sistema capitalistico da sempre esiste una forma di razionalità calcolatoria e previsionale relativa alla redditività del capitale impiegato. Ebbene, una concezione etica che non crede affatto alla riproduzione capitalistica come al migliore dei mondi possibili dovrebbe misurare gli effetti dell’investimento non solo relativamente al calcolo previsionale della redditività, ma in relazione al calcolo degli effetti sociali complessivi della produzione, sia in quanto oggetto della produzione, sia in quanto impatto sociale sulle popolazioni, sui consumi, sul territorio eccetera. La riproduzione del capitale impiegato dovrebbe calcolare la positività dei suoi effetti già nel disegno produttivo (in Italia non conosco che il caso Olivetti ).

Ma per stare a questo livello occorre pensare con chiarezza ad alcuni elementi fondamentali: il soggetto etico, anzi il modo di essere un soggetto etico, cioè l’assiomatica morale cui ci si riferisce nella propria azione. (Il “soggetto” è qui ovviamente collettivo).

a) Questo “soggetto” può essere obbligato a seguire un disegno etico in uno stato di natura totalitaria. Ma questo è “platonismo da quattro soldi” poiché nella nostra storia recente gli stati totalitari hanno mostrato e mostrano (come la Cina, sfruttamento del territorio e degli uomini) tutt'altro.

b) Oppure il paradigma etico può derivare da un comando religioso, e in questo caso la critica alla autoregolazione dell'economia deriva da una vera e propria “concezione del mondo” che investe tuttavia ogni sfera della vita. Quivi il fine dell'uomo - superiore al fine immanente alla economia che domina la scena mondiale - è letto in un sapere religioso dell'essere “secondo la legge di Dio”, e tramite una pedagogia pastorale o autoritaria, secondo la prospettiva in cui si colloca il giudizio. Basti pensare ai temi della bioetica, della famiglia, della procreazione, sui quali esistono prospettive etiche profondamente divergenti. La visione del mondo, “pastorale o autoritaria” come mostra tutta la storia moderna, non è condivisibile, nel suo insieme, da un’etica laica dove gli assiomi etici sono differenti (anche se vi sono validi motivi di convergenza nella dimensione di un “umanesimo della giustizia”). La secolarizzazione ha portato alla diffusione di un'etica laica, fondata sulla libera autodeterminazione dell'uomo in un contesto di valori egualitari, quindi in una prospettiva - desiderata - di universalità. E tuttavia è ormai comune riconoscere che, a latere, è invece proliferato un ethos che ha perduto qualsiasi dimensione universale e, nello spirito del capitalismo sfrenato e dei suoi effetti immaginari, è declinato in direzione di una libertà individualistica senza tempo, progetto, alterità, che nella sua possessività ripone la propria identificazione e la propria idea di felicità, e probabilmente è priva, all'origine, di elementi culturali di contrasto.

Ed è proprio per queste ragioni che, al di là delle strategie del sottosistema politico, mi pare fondamentale tentare di riportare nel discorso comune, si intende nei termini del mondo attuale, alcuni elementi fondamentali che sono propri dell'etica socialista. Quivi può coesistere la elaborazione concettuale dalla critica economico-sociale alla dimensione del senso della vita.

*) Fulvio Papi (Trieste, 1930), direttore dell'Avanti! nei primi ammi Sessanta, professore emerito di filosofia teoretica dell’Università di Pavia, è uno tra i maggiori filosofi italiani contemporanei. Erede della scuola di Milano, ne ha elaborato i criteri in modo originale e proprio. Ha pubblicato autorevoli testi di storia della filosofia, filosofia morale, estetica e politica: circa venticinque volumi, tra i quali Antropologia e civiltà nel pensiero di Giordano Bruno (Firenze, 1968), Utilità, oggetto e scrittura in Marx (Milano, 1983), Lezioni sulla Scienza della logica di Hegel (Milano, 1998). Attualmente ha in corso un’opera dal titolo Il lusso e la catastrofe. Nel 2000 è stato insignito dell'Ambrogino d'oro quale cittadino benemerito della Città di Milano.

IL PD CHE VOGLIAMO

La forte inadeguatezza del Governo a fronteggiare temi centrali quali la crisi economica e il diritto al lavoro, la sicurezza, l’integrazione degli immigrati, può aprire per la nostra collettività importanti spazi di riconoscimento nei valori distintivi del Pd.

Sono valori democratici che consentono di superare quella "solitudine civica" che sentiamo ogni volta che la verità è negata e le ingiustizie perpetrate.

Il nostro è un partito nuovo che sta lentamente ma sicuramente arrivando al termine di un duro percorso di costruzione di un comune sentire, nel rispetto delle diverse sensibilità individuali.

E’ giunto il momento di fare scelte difficili nell’ affrontare temi delicati come quelli etici e nella difesa dei diritti individuali e collettivi, sanciti dalla nostra Carta Costituzionale.

Speriamo che l’insistenza del papà di Eluana abbia portato ad un punto fermo e crediamo che il sen. Ignazio Marino stia facendo un buon lavoro. Crediamo inoltre che questo percorso possa essere favorito da un serio dibattito interno tra i sostenitori del Pd ( simpatizzanti, militanti e tesserati).

Solo con un maturo confronto anche sui temi più difficili potremo diventare veramente più forti.
Andrea Clavarino e Barbara Cigliana

Nel segno della frammentazione

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
La sinistra a Roma, frammentata come la destra a Gerusalemme, è mini-autoreferenziale: giustamente indignata per lo sbarramento elettorale introdotto da Berlusconi e Veltroni prima alle politiche poi alle europee non trova il tempo, tra una manifestazione di velleitaria indignazione e un bruciamento di bandiere israeliane, per reagire nell'unico modo concreto, associandosi in una lista elettorale unica.

di Claudio Bellavita
A breve si vota per il rinnovo del parlamento israeliano, in una situazione interna e internazionale tra le più difficili della storia di Israele. Nell'incertezza sui risultati e sulle conseguenze per la politica estera e militare del piccolo stato, c'è una sola certezza: come sempre, non ci sarà nessun sbarramento per impedire la moltiplicazione dei partitini che rappresentano, talvolta ai limiti dell'assurdità, la storica tendenza al settarismo degli israeliani, soprattutto di quelli religiosi. Moltiplicazione che rende sempre più difficile la costituzione di un governo che abbia una politica unitaria, soprattutto quando la situazione interna e internazionale rende necessari dei coraggiosi cambi di rotta.

Non credo che sia un argomento su cui riescano a riflettere le schegge della nostra sinistra alternativa e mini-autoreferenziale, giustamente indignate per lo sbarramento elettorale introdotto da Berlusconi e Veltroni prima alle politiche poi alle europee, che tra una manifestazione di velleitaria indignazione e un bruciamento di bandiere israeliane non trovano il tempo e il modo per reagire nell'unico modo concreto, associandosi in una lista elettorale unica.