LETTERA
Il socialismo democratico è l'unica seria cultura politica sopravvissuta a sinistra,
Lanfranco Turci scrive che "Renzi è ormai un morto che cammina, anche se determinato a portare con sé altri ostaggi e sodali. Ma la velocità del suo tracollo, nonostante l'abbiamo previsto tante volte nelle nostre discussioni, ci lascia spiazzati. Non possiamo farci attrarre nel gorgo del bisogna inventarsi qualcosa di urgente a tutti i costi."
È un ragionamento vero solo in parte, in realtà, secondo me, non sta tracollando Renzi bensì quella parte del PD che è sopravvissuta in questi venticinque anni sul blocco sociale, economico e politico dell'ex PCI.
Il primo segnale di questo tracollo non l'abbiamo visto con le ultime amministrative, bensì con il risultato delle elezioni dello scorso anno a Torino, dov'è collassato un PD che era solidamente basato sulla squadra Fassino-Chiamparino.
È quello "l'inizio della fine" di un'epoca, l'epoca post comunista, durante la quale un ceto politico, formatosi negli anni Settanta alle Frattocchie, che visse a fine anni Ottanta il crollo del sistema sovietico, e che è sopravvissuto utilizzando al meglio una rete di rapporti economici, politici, sociali e culturali di primo livello, lasciati in eredità dal PCI, mantenendo un'egemonia sulla sinistra, grazie anche alle storiche “entrature” nei media (e in magistratura).
Renzi ha capito prima di tutti questa crisi, e ha tentato di volgerla a suo favore, rottamando il vecchio gruppo ex PCI. Purtroppo per lui, il suo neo gruppo dirigente si è rivelato inadeguato, incapace di “sostituire” nella direzione della ditta i vecchi “comunisti”.
Il risultato di domenica scorsa, soprattutto nelle tante città di “sinistra” (Genova, Pistoia, Sesto san Giovanni), è la conferma della rottura di quel sistema. Se tutto ciò si rivelerà vero, non sarà la fine del progetto renziano, bensì la fine del PD. La rottura interna, avvenuta con la scissione di MDP, non sarà stata solo un colpo di testa di alcuni vecchi, bensì l'esito di una divisione culturale tra due idee politiche che non potranno più trovare una sintesi dentro il PD.
L'atteggiamento di Renzi in questi giorni lo conferma, la sua è la posizione di chi vuole andare alla definitiva separazione anche con quel po' di post comunismo rimasto nel suo partito.
Se oggi siamo davvero alla fine di una cultura egemonica impostata negli anni Settanta dal PCI, il problema si porrà non solo nel PD e nei rapporti con la sua anima ex comunista, ma riguarderà tutto un sistema che ha egemonizzato nel piccolo anche tutte quelle formazioni politiche “a sinistra” del PD. Riguarderà MDP, Sinistra Italiana, lo stesso sindacato (la CGIL in modo particolare) e per ultimo anche noi socialisti.
Se di fine percorso si tratta, questo lascerà un vuoto che sarà difficile, ma NECESSARIO coprire e proprio per evitare che il vuoto si prolunghi per troppo tempo.
Sarà compito del socialismo democratico laico e riformatore, unica cultura politica davvero sopravvissuta a sinistra, riempire questo vuoto con una nuova Idea di Socialismo per il XXI secolo.
Tertium non datur, le ipotesi di rassemblement tra diversi stanno arrivando tutte al capolinea. La SINISTRA o sarà SOCIALISTA o non sarà.
D. A., Torino