venerdì 13 dicembre 2013

Insulti

Questa mattina, aprendo la posta elettronica, ho trovato una mail particolarmente offensiva e lesiva della dignità umana.
    Insulti gratuiti e irresponsabili non solo verso i politici ma anche verso i giornalisti e le Forze dell'ordine, che svolgono ogni giorno il loro lavoro con serietà e rigore.
    Credo che ad oggi non ci sia la giusta consapevolezza del valore della difesa delle istituzioni democratiche. E invece il nostro impegno, a prescindere dalle appartenenze politiche e  dagli interessi personali dovrebbe essere quello di battersi fino in fondo perché questa demagogia e questa antipolitica siano sconfitte.
    Non vogliamo ritrovarci in un Paese senza istituzioni democratiche, senza il valore della politica, senza il vero valore che nella Carta costituzionale i partiti hanno rappresentato e ancora rappresentano.
    Credo anche che i colleghi delle diverse componenti debbano avere un sussulto di orgoglio e difendere le istituzioni fino alla fine: è un dovere per tutti.
 
Silvana Amati, senatrice del Pd

giovedì 12 dicembre 2013

A Laura Boldrini e a Pietro Grasso

LETTERA APERTA

Signora Presidente della Camera e Signor Presidente del Senato, la recente decisione della Corte Costituzionale che, accogliendo i rilievi sollevati dalla Corte di Cassazione, ha dichiarato incostituzionale il “porcellum”, dimostra la lungimiranza dei padri costituenti che hanno armato la fragile democrazia riconquistata a prezzo della lotta di liberazione con robuste istituzioni di garanzia, la magistratura indipendente e la Corte Costituzionale che, in questo caso, sono riuscite ad intervenire e a sanare la ferita più grave che un sistema politico impazzito aveva inferto alla democrazia costituzionale.

Le leggi elettorali hanno un influsso immediato e diretto su quel principio supremo della Costituzione che attribuisce la sovranità al popolo determinando la qualità della democrazia rappresentativa ed i suoi limiti. Esse danno contenuto al sistema politico e realizzano la Costituzione vivente con riferimento alla forma di governo, alla forma ed alla natura dei partiti politici ed alla possibilità dei cittadini di concorrere a determinare la politica nazionale (art. 49 Cost.). L'esperienza storica ci insegna che lo Statuto albertino è stato distrutto dalla legge Acerbo, che ha consentito a Mussolini di prevaricare sull'opposizione ed assicurarsi la fedeltà di un Parlamento ridotto ad un bivacco di manipoli.

Nel 2005 con la legge Calderoli è stato introdotto un sistema elettorale molto simile alla legge Acerbo, in virtù del quale è stato fatto un ulteriore passo, dopo l'introduzione del maggioritario nel 1993, per una svolta in senso oligarchico del sistema politico, comprimendo il pluralismo attraverso la tagliola delle soglie di sbarramento e del premio di maggioranza, e consentendo ad una ristrettissima cerchia di capi di partito di determinare per intero la composizione delle Camere, “nominando” i rappresentanti del popolo, senza che il corpo elettorale potesse mettervi becco. Questo sistema elettorale ha favorito una evoluzione in senso “castale” del sistema politico rappresentativo, tanto che nel senso comune coloro che dovrebbero essere i rappresentanti dei cittadini vengono percepito come una “casta”, cioè un corpo estraneo, portatore di interessi suoi propri, contrapposti al corpo elettorale di cui dovrebbero essere espressione.

La sentenza della Corte Costituzionale interviene a sanare questo vulnus alla democrazia poiché sancisce con autorità di giudicato, che i sistemi elettorali, seppur dominio riservato della politica, devono essere coerenti con l'impianto costituzionale, che prevede che il voto deve essere libero (il che significa possibilità di scegliere più proposte politiche) ed uguale (il che significa che non ci deve essere un quoziente di maggioranza e uno di minoranza, come prevedeva la legge Calderoli) e conseguentemente le assemblee parlamentari devono essere rappresentative della pluralità di interessi, bisogni e domande presenti nel corpo elettorale e nella società italiana poiché tutti i cittadini (e non solo alcuni) hanno diritto di concorrere a determinare la politica nazionale. E' compito precipuo del Parlamento mettere a confronto le diverse domande politiche e realizzare una sintesi che consenta un governo autorevole ed efficiente.

Orbene, l'insegnamento della Corte Costituzionale non può essere ignorato o disatteso nel momento in cui il Parlamento è intento al compito di riscrivere la legge elettorale. Né si può accettare che il complesso dei partiti e dei media qualifichino come una “sciagura” il sistema elettorale proporzionale che residua dopo gli interventi correttivi della Corte Costituzionale poiché la Consulta ha reso la legge elettorale vigente coerente con l'ordinamento costituzionale ed i diritti dei cittadini elettori. Ove ritenga non adeguata la legge vigente, come corretta dalla Corte Costituzionale, il Parlamento è libero di intervenire ed introdurre delle modifiche al sistema elettorale, ma nel disegnare una riforma deve rispettare il parametro della compatibilità del sistema elettorale con la Costituzione repubblicana e non può sacrificare alla governabilità il pluralismo politico e la rappresentatività delle Assemblee parlamentari, né può inseguire miti anticostituzionali come quello del ricorso al corpo elettorale per realizzare l'investitura di un governo o di un capo politico.

Signora Presidente della Camera e Signor Presidente del Senato, noi chiediamo di vigilare per evitare che la prossima riforma elettorale non tradisca nuovamente la Costituzione e con essa la dignità del popolo italiano e la sua storia.

Domenico Gallo – consigliere di Cassazione, già parlamentare, autore di numerosi saggi sul tema dei diritti.

 

giovedì 28 novembre 2013

C'era una volta il Nord-Est

 
Grazie della email. Leggo tutto con molto piacere ed interesse, soprattutto quello che scrive Paolo Bagnoli, senza comunque togliere nulla agli altri sia ben inteso.
    Più che una testata l'ADL dovrebbe essere una domanda: Qual è l'avvenire dei lavoratori italiani? L'estinzione grazie al sindacato? Grazie alla politica e grazie al capitalismo da quattro soldi fatto da capitalisti da tre soldi?
   Se poi vogliamo spendere due parole sul pubblico impiego, diciamo che l'appiattimento dei salari voluto dai sindacati che hanno materialmente assassinato il lavoro fa si che chi lavora e si impegna prende gli stessi soldi di chi timbra il cartellino e va a fare la spesa e nonostante li becchino, sono ancora al loro posto e se la ridono.
    Ebbene di un paese così cosa ce ne facciamo e non voglio fare di tutta l'erba un fascio, per dire, ma la situazione è questa.
    I lavoratori non contano nulla... oggi, una volta non era così e guarda caso l'Italia andava un pochino meglio.
   Purtroppo questi operai, braccianti ecc. son guidati male, sono assopiti, ermetizzati usando un termine con cui in passato definivamo le poesia di Ungaretti... l'ermetismo. In poche parole dormono anche perché poco acculturati, hanno sempre pensato a muovere le braccia e non la testa, il risultato si vede, non hanno capito un tubo di quello che gli sta succedendo.
    "C'era una volta il West" titolava un famoso film. Io direi: c'era una volta il Nord-Est, ricco e produttivo…
    Scusate lo sfogo, ma mi fa male vedere un simile decadimento e nessuno dico nessuno fa nulla per cercare di evitarlo.
 
Adriano - Pordenone
   
La ringraziamo del suo contributo d'idee e del suo apprezzamento, anche a nome di Paolo Bagnoli.  – La red dell'ADL

venerdì 15 novembre 2013

Lettera di Pittella agli italiani nel mondo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
 
di Gianni Pittella, europarlamentare,
vicepresidente del Parlamento europeo,
candidato alla segreteria del PD
 
Cara amica, caro amico, sono stato per diversi anni responsabile per gli italiani all'estero del mio Partito e ho potuto conoscere personalmente molti di voi. Ho avuto l'opportunità di far visita alle comunità d'italiani in giro per il mondo e di apprezzarne dal vivo il valore, la storia e l'enorme contributo di lavoro e risorse messi a disposizione dei Paesi ospitanti e dell'Italia.
    Senza retorica e nostalgie nazionaliste, mi sono impegnato in questi anni per tutelare gli interessi dei milioni d'italiani residenti all'estero. L'ho fatto perché credevo e continuo a credere fermamente che gli italiani nel mondo rappresentino una ricchezza straordinaria per il nostro paese. Mentre la "prima emigrazione" aveva trovato una sua "governance" nell'arcipelago di sindacati, patronati, associazioni e partiti radicati sui territori, la nuova emigrazione, quella più densa di potenzialità nei settori della ricerca, della cultura e dell'impresa agisce ancora in maniera frammentata.
    Oggi, la sfida della rappresentanza è prima di tutto sfida di costruzione di reti. Gli italiani nel mondo devono trovare il giusto riconoscimento all'interno del Partito Democratico. Bisogna dare forma ad una nuova politica per gli italiani all'estero ed il Pd deve essere il principale promotore di queste istanze.
    Per questo ho deciso di candidarmi alla segreteria nazionale del Partito democratico e chiedo il tuo sostegno attraverso il voto alle primarie. Tutti gli italiani all'estero che hanno la tessera del PD hanno infatti la possibilità di votare presso il proprio circolo Pd di riferimento. Ti invito a consultare il mio sito internet - www.giannipittella.it - per conoscere il mio programma politico e per seguire le mie iniziative.

domenica 10 novembre 2013

Scomunismo

Su questa storia della decadenza di Berlusconi, ospitare gli articoli di ex-pci, le quali oltretutto minimizzano il grave strappo alle regole e alla prassi consolidata facendo una norma contra personam loro che hanno sempre contestato le leggi ad personam… Considero la vostra libera scelta poco socialista e molto giustizialista. Inoltre, i socialisti che potete vedere su fb sono molto contrari alla scelta operata perché il garantismo non può essere mai peloso come invece è quello degli (così tanto per dire) ex-PCI.


Roberto G.

Basta un sospetto di ex-comunismo per confutare le altrui posizioni? C'è un reato di ex-comunismo? Qui il garantismo non vale? Per altro, la sen. Linda Lanzillotta è un'ex-socialista (ora approdata a Scelta Civica). Quanto poi all'opinione prevalente su face book, speriamo che non si trasformi in una nuova ortodossia conformista del politicamente corretto. – La red dell'ADL