Il mio voto al PD
Siamo a pochi giorni dal voto europeo. In Italia le forze politiche che si presentano alla sinistra del Partito Democratico, non sono riuscite a trovare un comun denominatore per presentarsi unitariamente.
L’attuale legge elettorale richiede un minimo del 4% per accedere all’elezione dei propri candidati, appare chiaro quindi la necessitá (e non l’opzione) di unificare le forze simili tra loro. Se queste forze si ritengono molto diverse dal PD, cosa le rende diverse tra loro da dividersi in più partiti?
Gli ex DS erano diversi dalla Margherita eppure con uno sforzo di umiltá hanno cercato e stanno cercando tutt’ora, di dare uno sbocco positivo al futuro delle forze progressiste del ns Paese.
Dov’è lo sforzo dei partiti alla sua sinistra?.
Il PD si propone di organizzare ma anche allargare il ruolo delle forze progressiste europee e mondiali. Tutto questo per poter incidere in quelle decisioni che stanno cambiando il mondo. Non essere all’interno di questi poteri decisionali, rende sterili tante forze politiche.
Per arrivare a ciò è necessario l’unità delle forze progressiste.
Il PD da parte sua, proprio a causa di questa unione con la Margherita non può in maniera automatica presentarsi nei banchi europei del PSE, ma fa uno sforzo affinchè il PSE riveda le sue regole interne e le adatti alla nuova situazione. Siamo dell’idea che molte forze cattoliche progressite possano dare il loro contributo per un mondo migliore, non vogliamo lasciare ai ns avversari politici forze che appartengono al mondo democratico.
Siamo l’opposto dello slogan mussoliniano "molti nemici, molto onore".
Vorrei ricordare anche la diversità tra l’allora PCI e le forze cosidette di sinistra radicale oggi. Il PCI era all’interno di un movimento mondiale che decideva le sorti del mondo. Questa dovrebbe essere la bussola oggi alla quale guardare: essere all’interno di un movimento mondiale e noi riteniamo che sia quella delle forze progressite unite.
Questa è un mio piccolo intervento dove indico il mio voto al Partito Democratico e con questo faccio gli auguri al PD e alla nostra Sezione di Monaco di Baviera.
Gianfranco Tannino, Monaco (D)
Il Cardinale in Consiglio?
E perché mai?
Il Cardinal Tettamanzi in Consiglio Comunale. E perché mai? Anche se la proposta viene dai vertici del gruppo consiliare del Pd, cioè dal mio gruppo, non la condivido per niente. Certe distinzioni servono, specie in un epoca di grande confusione come la nostra.
Il Cardinale ha la sua cattedra e da lì trasmette moniti e incoraggiamenti. Dopo sette anni di ottimi interventi, sempre ripresi ampiamente da stampa e Tv, la città sa chiaramente come la pensa il successore di Ambrogio defensor civitatis.
I politici hanno Palazzo Marino dove trovarsi, chiarirsi le idee (operazione sempre più ostica, dato l'abbassamento del livello culturale dei consiglieri), cercare compromessi (cum-promittere, promettere insieme) e adottare soluzioni che traducano, qui e ora, i valori proclamati. Una sana laicità ha anche quest'aspetto: non tirare in ballo a sproposito i preti ma assumersi autonomamente i propri rischi.
Maestro di distinzioni e di laicità è stato il Prof. Giuseppe Lazzati (1909 - 1986), milanese di Porta Cicca, costituente e parlamentare (1946 - 1953), magnifico Rettore dell'Università Cattolica, indimenticabile educatore della gioventù. A lui, nel centenario della nascita, sarebbe bello intitolare una via (o una piazza, o un giardino...), così come proponiamo nella mozione allegata (depositata appositamente il 18 maggio scorso, 23^ anniversario della morte).
Giovanni Colombo,
consigliere comunale di Milano (Gruppo PD)