mercoledì 11 luglio 2012

L’Approdo

L'Approdo - Opera all'Umanità Migrante. Finalmente il mausoleo per le vittime della Katër i Radës e per tutti i migranti morti nel Mediterraneo è una realtà fisica e riconoscibile ed è ubicata nel lungomare di Otranto.
La proposta nata a Bologna nell'estate del 2010 e diffusa come appello al Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, si è estesa nel tempo e ed è stata diffusa da diversi organismi, gruppi, associazioni antirazziste e diverse persone che hanno fatta propria la richiesta di un memoriale.
Amici, collaboratori e sconosciuti, si sono attivati per diffondere l'appello, fornire idee e contributi; bollettini locali, riviste e periodici, siti ed importanti news-letters italiane e straniere, fra queste ultime, si sono distinte ADL, la più antica testata della sinistra italiana all'estero ed Ecumenici, hanno rilanciato l'appello, alcuni articoli, ben pochi in realtà, sono comparsi anche sulla stampa nazionale, oltre che albanese e arbëreshë. La visibilità della proposta, con l'aiuto di tanti che ringraziamo di cuore, siamo riusciti ad ottenerla.
La storia della tragedia del Venerdì Santo del '97 è nota quanto lunga e travagliata, così com'è stata quella del relitto della Katër i Radës, dimenticato per anni anche nel totale silenzio del Governo albanese, malgrado i familiari delle vittime avessero chiesto per anni che la carcassa fosse portata in Albania.

Il relitto rischiava la rottamazione, come previsto dalla sentenza del 29 giugno 2011 della Corte d'Appello del Tribunale di Brindisi.
Una lettera contro la rottamazione veniva inviata alla Regione Puglia sempre dall'Associazione Skanderbeg di Bologna. Sono seguiti molteplici tentativi per sensibilizzare l'opinione pubblica su un tragico episodio che nessuno sembrava voler ricordare ed il salvataggio di uno scafo ormai irrimediabilmente arrugginito che nessuno voleva. L'appello per il Memoriale e la lettera contro la demolizione è stata inviata anche al Presidente della Repubblica d'Albania, Bamir Topi, il quale nel corso di una visita ufficiale all'Università di Bologna, è stato incontrato dallo scrivente ed è stato interessato alla vicenda.
Le forze politiche albanesi si sono mostrate ancora una volta, con il loro fragoroso silenzio, succubi di posizioni italo-dipendenti e questo ha paralizzatole istituzioni dello stato albanese che sono state impossibilitate dal muoversi.
La proposta di Memoriale, impossibile a realizzarsi, secondo molti osservatori, è divenuta una ipotesi di lavoro quando la Presidente di Integra Onlus, dott.ssa Klodiana Çuka l'ha fatta propria ed ha avuto il determinante appoggio del Sindaco di Otranto, Luciano Cariddi.- L'Opera con il patrocinio di organismi internazionali, il contributo degli enti locali (Comune di Otranto, Provincia di Lecce e Regione Puglia) è il risultato di un lavoro collettivo perché ha visto numerose ditte, piccole e grandi, mettere disposizione forniture e prestazioni gratuite e numerosi lavoratori edili ed artigiani, vetrai, falegnami e muratori, fornire volontariamente la propria opera.
Il 2012 vede sorgere nei pressi del porto di Otranto, vicino al bagnasciuga, il Mausoleo dedicato a tutte le vittime del mare: 'L'Approdo. Opera all'Umanità Migrante'.
La delegazione dei familiari delle vittime, seppur presente, non ha voluto, comprensibilmente, svelare il Mausoleo, formato con la parte superiore dello scafo; i familiari, infatti, hanno lottato inutilmente per anni per riportare a Valona il relitto. L'unica magra consolazione per loro è il ritorno del faro e della bussola della Katër i Radës in Albania, grazie alla tenacia di due artisti albanesi Arta Ngucaj ed Arben Beqiraj, i quali hanno esposto anche una mostra fotografica di foto e nomi delle vittime, nel giorno dell'inaugurazione, dal significativo titolo, prestato dall'Inferno di Dante: ' l mar fu sovra noi richiuso'.
Questa brevissima cronistoria si chiude con i rinnovati ringraziamenti ai tanti che hanno sostenuto in modi diversi e fatta propria una nobile proposta che così si è concretizzata non solo nella costituzione di un luogo simbolo dell'Umanità Migrante, ma che rappresenta indubbiamente anche uno schiaffo morale ai tanti politici senza scrupolo, i quali dopo le tante promesse portate via dal vento, speravano di far lavorare il tempo e l'oblio che questo porta con sé su tutta la tragedia del Venerdì Santo.
Giuseppe Chimisso, Bologna
Associazione albanese Skanderberg