LETTERA / APPELLO Besostri: “Il filosofo Papi sostiene la mia candidatura in Alternativa Municipale” Cari amici e compagni, se linkate sul sito ODISSEA, blog diretto da Angelo Gaccione, troverete una sorpresa: il sostegno di Fulvio Papi alla mia candidatura per Alternativa Municipale al consiglio comunale di Milano. Fulvio Papi è un decano della filosofia italiana, la cui storia si intreccia con quella della sinistra e del socialismo nelle sue migliori accezioni. Quando l'ho conosciuto era vice-direttore dell'Avanti!, quando aveva un'edizione ed una redazione milanese nel Palazzo dei Giornali in piazza Cavour. Mi ricordo che parlava del piacere di stare con sciarpa e cappotto, ma a capo scoperto, su una sdraio in una spiaggia d'inverno. Due libri letti in quel periodo di ventenne, marxista immaginario, hanno segnato le mie scelte politiche Rapporto socialista. La sinistra italiana tra alternativa al neocapitalismo e rischio dell’integrazione (che ora è una certezza, che ha distrutto prima il PSi e dopo il PCI nelle sue varie reincarnazioni del PDS, DS e infine del PD) di Fulvio Papi e sulle Orme di Marx di Rodolfo Mondolfo (che sorpresa aver scoperto molti anni dopo la sua influenza su Lelio Basso prima di Rosa Luxemburg!). Ripercorrendo una strada obbligatoria alla fine del XIX/inizio del XX secolo per ogni socialista, che guardasse oltre le Alpi mi sono fatto l'esperienza tedesca prima con lo SDS poi più istituzionale con gli Jusos e contando sulla conoscenza di Wolfgang Abendroth, decisivo per il mio interesse per il diritto costituzionale tedesco, che giocò un ruolo inaspettato nell'annullamento del Porcellum, esattamente 45 anni dopo. BASTA DIVAGARE DOVETE LEGGERE NEL MERITO IL CONTRIBUTO DI FULVIO PAPI PER UNA POLITICA MUNICIPALE ISPIRATA DAI VALORI E DALLE ANALISI CHE DOVREBBERO UNIRE LA SINISTRA. Così non è, ancora. Questa città ha bisogno di ritrovare le sue radici di quando era avanguardia nell'innovazione municipale. Ora ho una linea guida. Non ci sono promesse di fare questo o quello, non riesco a dimenticare la battuta che "in politica le promesse impegnano soltanto chi le ascolta" ma di come farlo e con quali istituzioni e forme di partecipazione popolare cittadina. Non potrò separare la campagna elettorale dal prioritario impegno per la difesa della democrazia costituzionale minacciata da leggi elettorali incostituzionali, come lo era il porcellum ed ora l'italikum per il Parlamento nazionale, ma anche per le regioni, a cominciare dalla nostra Lombardia, per le province e città metropolitane e soprattutto da una revisione, indegnamente chiamata "riforma", costituzionale. Tutti questi impegni mi portano dovunque in Italia dalle Alpi al Lilibeo o più semplicemente ieri a Mestre e oggi a Verbania. Ho bisogno, quindi, di tutti voi. Se il sostegno di Fulvio Papi vi convince, fatelo girare a chi conoscete o chiedete materiale della lista di cui faccio parte e del candidato Sindaco, Luigi Santambrogio. Chi avesse preso altri impegni o fatto promesse ci ripensi o usi il voto disgiunto! Felice C. Besostri, Milano |
LETTERA Torneranno i fantasmi? Una mia riflessione su Italikum e revisione costituzionale, con preghiera di diffusione-pubblicazione. Quasi alla chetichella, un articolo seminascosto del Sole24ore (28.4.2016, p. 26) presenta alcune notizie per noi – contro l'Italikum e la revisione costituzionale – molto interessanti. 1. Il 4 ottobre la Corte Costituzionale discuterà sull'ammissibilità dei ricorsi sulla stessa legge elettorale. Sappiamo che un nostro avversario, Giuliano Amato, è fra i sostenitori delle riforme renziane in palese conflitto col suo ruolo di giudice costituzionale. Sappiamo che il nostro compagno Felice Besostri saprà fare del suo meglio. 2. Le date per il referendum confermativo (SENZA QUORUM) sulla revisione costituzionale saranno o il 9 o il 16 ottobre. Abbiamo quindi non molti mesi per rafforzare la nostra campagna. Ricordo ai meno sensibili che si tratta di una battaglia decisiva. 3. Ricordo che le elezioni politiche in Spagna si terranno il prossimo 26 giugno. Appena 3 giorni prima si terrà il referendum in UK sulla permanenza o meno nell'UE. Inutile aggiungere che le notizie non vanno confuse né vanno considerate estranee. 4. Assetti della repubblica italiana e destini del neoliberismo made in UE sono connessi, lo sappiamo. Non sappiamo come le due traiettorie andranno a svilupparsi. Sappiamo che si può uscire a sinistra con molta difficoltà dalle crisi, ALTRIMENTI I FANTASMI DEL PASSATO POSSONO TORNARE. Gaetano Colantuono |
LETTERA Sprofonda l’umanità Una fitta al cuore. Dolore, immenso dolore. Centinaia, forse 500, forse di più. Vite spezzate, perse per sempre allo scrigno dell’Umanità. Ma già dimenticate, oblio totale. E’ passata una manciata di giorni e i valzer di palazzo, il grigiore delle cancellerie, gli inutili lustrini e chiacchiericcio della “gente importante” ha spazzato via tutto. Volti, occhi, voci che non conosceremo mai. E che qualcuno, in una latitudine lontana continuerà ad aspettare. Senza mai sapere cosa è successo. Nei campetti di periferia, nei vicoli assolati dei paesi, negli angoli più diversi delle città, risuonano risate, grida, bambini di ogni età inseguono una sfera e – indossata una maglietta – sognano di essere Messi o, chissà, il nuovo Maradona. Sulle panchine dei parchi cittadini, nelle stradine delle campagne, in una stanza inondata di musicali e poetiche note, c’è chi sogna ad occhi aperti, chi sente il battito del proprio cuore più forte del rombo di un tuono. Quanti di questi sogni, di questi fili rossi, di queste esistenze non ci sono più, spezzati in fondo al mare? Quanti di loro hanno visto morire un familiare, quanti ricordano la bella Kandahar ormai solo pallido ricordo, quanti sotto le stelle scappavano dai deserti di sabbia ma soprattutto dell’economia, della finanza, dell’arricchimento di pochissimi ricchi alle spalle di milioni di poveri? Non lo sapremo mai. E’ una fitta al cuore che non va via. “Strage in mare, è giallo” scrive in prima pagina Il Manifesto del 19 aprile. Ed un pugno allo stomaco colpisce violento, improvviso, spezza il fiato. E non si riesce a capire se son lacrime di dolore o di rabbia. O forse entrambi, drammaticamente mescolati nell’animo. Quante volte queste parole le abbiamo sentite in questi decenni? Quante volte ancora dovremo leggerle? Era il 1996, chissà quanti lo ricordano, l’Italia si preparava ai grandi cenoni, agli sfarzi di Natale e Capodanno. E affondava nel Canale di Sicilia la “nave fantasma”, la cui esistenza per anni fu addirittura negata. Senza la testardaggine indignata e appassionata di Dino Frisullo si sarebbe continuato a negare, all’infinito. 283 persone cancellate dalle cronache e dall’oblio. Passano pochi mesi e la Kater I Radesh avrà la peggio contro una corvetta della Marina Militare. Oltre ottanta morti, oltre 20 dispersi. Si ricorda la strage del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa, ma l’elenco è in realtà sterminato, infinito … La rabbia, l’indignazione, il dolore che lacerano cuore e anima non bastano. Perché quei “gialli”, queste stragi che si ripetono (mentre scrivo arriva la notizia di un nuovo eccidio in fondo al mare) sono solo una parte della storia. L’altra parte è quella della fasciomafia romana (termine coniato dalla Procura di Roma all’epoca dei primi arresti), dei lager per migranti e dell’infinita catena di violenze, abusi e diritti negati ( ne sono stati riportati alcuni dei conosciuti a chi scrive) che ormai va avanti da decenni. Almeno dall’assassinio di Jerry Maslo (), all’Emergenza NordAfrica del 2011 documentata da Stefano Mencherini con il film “Schiavi – le rotte di nuove forme di sfruttamento), dall’infinita vicenda del Regina Pacis di Lecce (riassunte proprio da Stefano Mencherini, autore nel 2003 di un documentario su quanto accadeva nel Cpt salentino, recentemente sul proprio sito ) ai centri più o meno periodicamente chiusi per le disumane condizioni in cui son tenuti e allo schiavismo presente in tante Regioni. La stessa strage di Natale del 1996 e l’affondamento della Kader I Radesh non sono solo “tragedie improvvise”, ma raccontano quel che era. Ed è. Perché la corvetta della Marina Militare non si trovava lì casualmente e da sola, era un mattone di quel “muro di navi di guerra” (come lo definì Tommaso Di Francesco su Il Manifesto del 27 marzo 2007) davanti le coste albanesi per fermare i migranti diretti verso l’Italia. Persone distrutte e rovinate dal crollo delle “piramidi albanesi”, vittime della finanza creativa e dei suoi giochi. In quei mesi affondano le radici della successiva guerra contro i migranti, della propaganda delle destre e delle leggi criminogene anche della diversamente destra. E la strage di Natale del 1996 fece emergere “la prima fotografia della catena imprenditorial-criminale” () delle mafie sulla pelle e la vita dei migranti. Narcomafie documentò nel settembre 1997 (http://web.tiscali.it/isolapossibile/tematic/immigrazione/frisullo.htm ) i fatti del Natale precedente. “La holding degli schiavisti” è l’inchiesta di Dino nel quale quella fotografia fu riportata con dovizia di particolari, documentata nei dettagli, raccontata squarciando ogni velo. Se si vuol conoscere gli antenati, la genesi, le radici di “Mafia Capitale”, dei colletti più o meno bianchi che prosperano e si arricchiscono nelle tratte dei migranti, del sistema di coloro che con una mano raccolgono ingenti finanziamenti pubblici e dall’altra confinano in luoghi a dir poco disumani e terribili i migranti (danneggiando migranti, res publica e coloro che quotidianamente costruiscono reali percorsi di accoglienza e convivenza con i migranti, garantendo dignità, diritti e onestà), quell’inchiesta è l’inizio obbligatorio. In fondo al Mediterraneo, nei muri (reali e non solo) della Fortezza Europa, nel girare la testa dall’altra parte e nel farsi megafono di campagne di odio, disprezzo, caccia al “nemico”, sta affondando l’umanità. Ma nessuno si creda assolto, nessuno può pensare che basta scansare e non è minimamente coinvolto. Mentre costruivano legislazioni criminogene e repressive, mentre il migrante veniva “trasformato” in un pericolo per l’ordine e la “sicurezza”, hanno distrutto i diritti di tutte e tutti. Schiavi, Mare Nostrum, le inchieste sullo schiavismo, il ritorno del caporalato, lo sfruttamento criminale e mafioso, i luoghi senza alcuna dignità e umanità che più o meno periodicamente vengono scoperti e denunciati sono il barcone nella quale tutti siamo confinati dal Capitale. Alessio Di Florio – Rete dirittiglobali-request@peacelink.it |