Spigolando tra le 350 pagine della Relazione Annuale presentata dal governatore Draghi in occasione dell’assemblea di Bankitalia si scopre che i mali della Penisola sono sempre quelli. Ma peggiorati.
di M. Sironi
Nel 2007 gli italiani hanno lavorato di piu’ per guadagnare gli stessi stipendi, hanno cominciato a "tirare la cinghia" non in senso figurato, hanno dovuto risparmiare di meno, rifugiandosi nei Bot, e gli scappa sempre piu’ spesso di emettere assegni a vuoto (naturale quindi che una buona fetta del Paese resti tenacemente attaccata ai pagamenti in contanti). E' il ritratto del Bel Paese che emerge dalla Relazione Annuale della Banca d’Italia, presentata il 31 maggio in occasione dell’assemblea dell'istituto centrale.
Se le "Considerazioni Finali" del governatore Draghi si segnalano per il sereno equilibrio con cui delineano problemi e soluzioni, l’allegato tomo di 350 pagine parla con la franchezza dei numeri, e non ne esce un bel ritratto.
Dunque, nel 2007 l’occupazione in Italia e’ aumentata ancora (+1% il numero degli occupati), ma essenzialmente perche’ la riforma delle pensioni ha trattenuto piu’ italiani sul posto di lavoro (mentre ad esempio diminuiscono gli studenti lavoratori). Quanto alle retribuzioni, l’incremento e’ stato del 2,1%, ma le retribuzioni reali (cioe’ deflazionate in base all’indice dei prezzi al consumo) sono salite solo dello 0,2%. Ma poiche’ la produttivita’, come e’ arcinoto, sta calando da dieci anni, il fattore lavoro e’ passato nel mix del valore aggiunto dal 63% al 64,5%: come dire che gli italiani per guadagnare lo stesso stipendio devono lavorare di piu’.
Nessuna sorpresa quindi se nello scorso anno la spesa delle famiglie italiane per i beni non durevoli (cioe’ la classica spesa della settimana al supermarket, tra cui alimentari e bevande) e’ scesa dello 0,3%. In Italia si comincia a tirare la cinghia, anche se la cifra dedicata all’acquisto di computer, telefonini e comunicazioni in genere e’ salita del 6%.
Ma si risparmia anche sul risparmio, che una volta era l’arma segreta della nostra economia, perche’ la propensione delle famiglie a mettere qualche soldo da parte ha confermato il suo calo costante, passando dall’11,5% del 2006 all’11,2% del 2007. La consistenza complessiva del risparmio (52 miliardi) e’ ora pari al 3,4% del Pil (nel 2006 era il 4,6%).
Visto l’andazzo delle borse, tranquillizza sapere che oggi gli italiani sono tornati ai bot e depositi bancari, tralasciando gli investimenti piu’ a rischio come azioni e fondi comuni, tanto che nello scorso anno le vendite nette di quote di fondi hanno raggiunto i 35 miliardi di euro. Non si arresta invece la marcia verso gli strumenti di pagamento piu’ evoluti: nel complesso l’utilizzo dei sistemi di pagamento elettronico e’ salito del 6,6%, pur restando ben al di sotto della media europea, mentre il numero degli assegni emessi si e’ specularmene ridotto del 6%.
Ma fa scalpore il forte incremento (+26%) degli assegni iscritti al CAI (Centrale Allarme Interbancaria) perche’ senza copertura o a firma falsa. Cresce anche il numero delle carte di credito revocate perche’ senza copertura. Sono invece diminuite, nel settore, le frodi dopo i picchi del 2006.
Se il 58% degli assegni iscritti al CAI riguarda il Sud e le Isole, la differenza tra Nord e Sud viene rimarcata anche dalla tendenza delle famiglie ad utilizzare la cartamoneta, tendenza piu’ diffusa nel Mezzogiorno dove anzi appare in aumento: nell’arco del 2006 la quota di spesa per contanti sugli acquisti di beni di consumo e’ passata dal 58% al 61%. Tra le ragioni indicate dalla Relazione, il timore di frodi e l’ampia diffusione dell’economia sommersa. E chi e’ andato al cinema a vedere "Gomorra", premiato a Cannes, intuisce che cosa questo possa significare.