lunedì 16 giugno 2008

Non sono pratico di teologia cristiana, ma...

Lettera

Non sono pratico di teologia cristiana... Ma un Capo di governo dovrebbe essere laico nei suoi comportamenti... Altro se si fosse trattato un incontro privato, senza alcuna valenza politica. Come affiliato di un'associazione ne segue i riti ed è quindi un problema esclusivo suo, di coscienza e scelta individuale. Ma come rappresentante di uno Stato laico e di tutti i cittadini deve rispettarne le regole scritte, la Costituzione, e quelle non scritte. Altrimenti bisognerebbe dire che viviamo in uno stato teocratico, esattamente com'era lo Stato della Chiesa prima dell'Unità o come sono gli stati "canaglia" islamici, quando fa comodo denigrarli ed attaccarli seguendo la scia dell'amico Bush

E quello che stride in tutto questo è che certe critiche arrivino dall'interno della stessa Chiesa e non dall'opposizione in parlamento e nel Paese. Veltroni e Rutelli sembrano in tutt'altre faccende affaccendati, fra teocon da una parte e antisocialisti dall'altra, più intenti al sadomasochismo di tafazziana memoria che alla realtà quotidiana. Si litiga e si discute sul futuro Parlamento europeo, mettendo in evidenza che loro col socialismo non vogliono averci a che fare. E, forse, questa è l'unica parola chiara in tutto questo bailamme, mentre il resto sembra aria fritta e fumosa per nascondere sotto il tappeto l'ennessima spazzatura casalinga. Si parla stavolta del deficit di 9 milioni di euro del Comune di Roma che tanti imbarazzi starebbe dando a tutti quanti, maggioranza ed opposizione, in attesa di trovare la solita soluzione compromesso che farà pagare a tutti noi la demagogia e l'arroganza di chi sta governando l'Italia da oltre un ventennio.

Molti, An e la Lega soprattutto, vorrebbero sputtanare Veltroni e indicarlo come il responsabile del fallimento capitolino, Letta però è ben consapevole che senza l'aiuto dell'opposizione i provvedimenti sulla sicurezza, sull'economia, sulle intercettazioni, sulla spazzatura napoletana non potrebbero essere accettati dai cittadini senza contraccolpi (e questo Di Pietro l'ha capito). Berlusconi ormai è fra l'incudine ed il martello, ha voluto stravincere alterando la percezione degli Italiani, convinto poi di poterli gestire, una volta arrivato al potere. Ma non pare essere così semplice perché la Lega, l'unica forza che può condizionarlo, ha la fottuta paura di perdere l'appoggio del suo elettorato se cede agli interessi del capo. Ci tiene alla sua immagine e quindi mette i paletti quando i dipendenti del premier tentano di far passare provvedimenti ad personam.

Intanto il debito pubblico aumenta, soldi in cassa non ce ne sono, ed ogni miglioramento della macchina pubblica, in tutte le sue componenti (sanità, giustizia, scuole, servizi sociali, ordine pubblico...) richiede investimenti che non possiamo più permetterci dato il costo del denaro in aumento ed il rating dell'azienda Italia in calo. Le promesse sono state tante e circostanziate, come quelle sull'Ici, sulla detassazione degli straordinari, sulla monnezza napoletana, le risposte per ora vaghe e generiche, occultando la verità e manipolando la percezione della gente tramite compiacenti mass media e politici d'accatto.

Prof. Nino Puliatti, Messina