Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Un argomento da approfondire, se si vuole parlare alla gente.
di Giovanna Chiara
Ho letto che il Ministro Brunetta vuole fare un legge che costringa i genitori a cacciare da casa i figli quando compiono i diciotto anni.
Si è detto che è stata una provocazione. Ma per la verità, non è l’unico della "casta" dei politici in età, di destra e di sinistra, che se la prende con i giovani. Già Padoa Schioppa li aveva chiamati "bamboccioni."
E questa notizia va collegata con un’altra, forse meno nota ma più inquietante: che è vicina all’approvazione di una legge che sta per essere varata: i bambini vanno mandati a lavorare a quindici anni. Il loro impegno di lavoro vale l’anno di scuola dell’obbligo, cioè anziché andare a scuola, mandiamo i nostri quindicenni a lavorare sotto padrone per assolvere l’obbligo scolastico.
E così, si completa lo smantellamento della scuola pubblica per la povera gente... fonte di grossi spechi. Mentre i finanziamenti alla scuola privata (e sappiamo di chi è la scuola privata in Italia), sono sacro-santi.
E poi, sentiamo in televisione preti e politici censurare le donne italiane perché non fanno figli!
Perché devono far figli le donne?
Per mandarli a lavorare e buttarli fuori casa, diamine!
Per chi?
Per i bagni di folla dei potenti di matrice sacra e profana! E per incassare contributi e tasse. Altrimenti andranno in tilt appannaggi e pensioni della gente che vive troppo a lungo.
Ma dove lo trovano lavoro questi nostri figli quindicenni o diciottenni?
Oddio, non devono studiare, restano ignoranti ... potrebbero andare a raccogliere aranci e pomodori, fare i lavori che fanno gli extracomunitari.
Così, oltre che risparmiare sulla scuola, si risolve anche il problema dell’immigrazione e si potranno buttare a mare tutti quelli che vengono a "rubarci" i lavori più umili.