martedì 2 febbraio 2010

I GIOVANI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Un argomento da approfondire, se si vuole parlare alla gente.

di Giovanna Chiara 

Ho letto che il Ministro Brunetta vuole fare un legge che costringa i genitori a cacciare da casa i figli quando compiono i diciotto anni.

    Si è detto che è stata una provocazione. Ma per la verità, non è l’unico della "casta" dei politici in età, di destra e di sinistra, che se la prende con i giovani. Già Padoa Schioppa li aveva chiamati "bamboccioni."

    E questa notizia va collegata con un’altra, forse meno nota ma più inquietante: che è vicina all’approvazione di una legge che sta per essere varata: i bambini vanno mandati a lavorare a quindici anni. Il loro impegno di lavoro vale l’anno di scuola dell’obbligo, cioè anziché andare a scuola, mandiamo i nostri quindicenni a lavorare sotto padrone per assolvere l’obbligo scolastico.

    E così, si completa lo smantellamento della scuola pubblica per la povera gente... fonte di grossi spechi. Mentre i finanziamenti alla scuola privata (e sappiamo di chi è la scuola privata in Italia), sono sacro-santi.

    E poi, sentiamo in televisione preti e politici censurare le donne italiane perché non fanno figli!
    Perché devono far figli le donne?
    Per mandarli a lavorare e buttarli fuori casa, diamine!
    Per chi?
    Per i bagni di folla dei potenti di matrice sacra e profana! E per incassare contributi e tasse. Altrimenti andranno in tilt appannaggi e pensioni della gente che vive troppo a lungo.

    Ma dove lo trovano lavoro questi nostri figli quindicenni o diciottenni?
    Oddio, non devono studiare, restano ignoranti ... potrebbero andare a raccogliere aranci e pomodori, fare i lavori che fanno gli extracomunitari.

    Così, oltre che risparmiare sulla scuola, si risolve anche il problema dell’immigrazione e si potranno buttare a mare tutti quelli che vengono a "rubarci" i lavori più umili.