lunedì 4 ottobre 2010

VORREI CHE LE OPPOSIZIONI SI RICOMPATTASSERO, BERLUSCONI MENTE E OFFENDE CALAMANDREI

VORREI CHE LE OPPOSIZIONI

SI RICOMPATTASSERO


Cari amici, non so come, ormai da tempo, siate arrivati al mio indirizzo elettronico, ma vi leggo sempre con interesse e sollievo, non tanto per quello che scrivete, spesso condivisibile se non altro per l' indignazione sottesa, ma per la vostra tenacia a non mollare.

Dal basso dei miei 68 anni di ex biologa, non pochissimi spesi ad insegnare ai ragionieri una materia mai verificata, nei decenni, dagli ispettori ministeriali della maturità tecnica per un mondo sovrabbondante di inciucianti, (l' inafferabile area della geografia economica, praticamente momento di intervallo cultural shic tra bilanci e contributi), ammiro i vostri sforzi dialettici.

Ma vorrei che LE OPPOSIZIONI si potessero ricompattare in un intervento di vasta partecipazione sul clima mai dimenticato del Palavobis milanese e dell' assai più recente auto-raduno viola a Piazza S. Giovanni, o con un' altra auto-gestione extra RAI, mondializzata, di Santoro e Crozza.

Meglio l' ironia, a briglia sciolta o comparata, che letture troppo complesse storicamente, per carpire al volo il coinvolgimento dei giovani. Cordialmente.


Olga Orzalesi


Cara prof. Orzalesi, anzitutto grazie delle sue parole. Speriamo tutti che le opposizioni si ricompattino.

Quanto a noi, nell'anno 2000 eravamo una piccolo gruppo di lavoro in rete sul centenario dalla nascita di Silone (direttore dell'ADL nei primi anni Quaranta). Oggi oltre 25 mila persone ricevono la Newsletter dell'ADL. Riceviamo migliaia e migliaia di mail all'anno, contenentiindirizzi di potenziali lettrici e lettori in lingua italiana.

Siamo una testata della sinistra italiana all'estero. Non possediamo mezzi economici. Non possiamo né vogliamo competere con la TV, ma abbiamo un'ambizione di portare avanti l'attività di sempre (speriamo non troppo indegnamente), attività intesa come servizio offerto al "popolo di sinistra": da lì provengono in grandissima parte le nostre lettrici e i nostri lettori.

Le lettrici e i lettori, in quanto tali, "leggono". Quindi, il nostro compito consisterà sempre nel pubblicare notizie, riflessioni e opinioni che ci paiano valere la pena di essere lette dalle nostre lettrici e dai nostri lettori. Per il resto, fermo restando che la perfezione non esiste, ci sforziamo di trattare le cose senza fumosità – La red dell'ADL


BERLUSCONI MENTE E

OFFENDE CALAMANDREI


Berlusconi che cita Calamandrei! Non c'è più vergogna. Calamandrei, uno dei più rispettati padri della Patria, aveva un'idea, e un rispetto, della Costituzione, delle leggi, della libertà opposta a quella di Berlusconi e dei suoi figuranti.

"Quando la politica entra nella porta della Giustizia, la Giustizia esce dalla finestra", questa frase di Calamandrei avrebbe dovuto citare Berlusconi, nel momento in cui il Presidente del Consiglio, attraverso la separazione delle carriere, rilancia il tentativo di mettere sotto tutela politica la magistratura. Per lui la legge non è una garanzia del sistema democratico ma un nemico da addomesticare e da sconfiggere.

Berlusconi non ha parlato da Primo Ministro di un Paese importante ma da piccolo demagogo populista di provincia. E bugiardo. Ha rappresentato un'Italia che non c'è, come sanno bene i lavoratori e i disoccupati, gli studenti e le imprese, i ricercatori, le famiglie e i tanti giovani professionalmente qualificati che hanno ripreso ad emigrare. Parla di odio nel momento in cui i giornali della sua famiglia scatenano campagne ignobili contro le persone, con un frasario osceno e violento, nel momento in cui i sui alleati ministri possono dichiarare di "struffarsi il didietro con la bandiera", affermare che i romani sono "porci", sequestrare scuole pubbliche sporcandole con simboli della Lega. E' troppo facile presentare i rom, vecchi e bambini compresi, come il "nemico in casa" per coprire il proprio sconcio e i propri fallimenti.

Berlusconi è un primo Ministro surreale e bugiardo che parla di rigore e di salvaguardia dei redditi e degli stipendi in un Paese nel quale la disoccupazione supera l'8%, dove il governo azzera la ricerca, taglia scuola e università, welfare ed enti locali. Un Paese nel quale il 7% del Pil è direttamente movimentato dalle organizzazioni criminali, contro le quali si battono con determinazione poliziotti e magistrati, costretti ad operare senza mezzi e fondi sufficienti.

Un Berlusconi che diventa comico inconsapevole quando si attribuisce il merito di "aver fatto fare pace" tra Russia e Stati Uniti, quando esalta il ruolo internazionale dell'Italia. Chieda agli italiani all'estero quanta fatica facciano a conciliare l'amore e il rispetto che portano per l'Italia e l'umiliazione dell'immagine che passa all'estero di un Paese nel quale, tra un paio di corna esibite nei vertici internazionali e barzellette volgari, sembra diventato normale per una maggioranza di governo reggersi non sui numeri determinati da un consenso ma sulla compravendita di deputati e senatori senza dignità.


LUCIANO NERI, Roma