giovedì 22 marzo 2012

150 - Placido Rizzotto- Placido Rizzotto, sì del governo ai funerali di Stato

BESOSTRI E GIULIANI
CONTROCORRENTE
 
Caro Direttore, per rispetto di Placido Rizzotto, sindacalista e partigiano socialista, sono contrario ai funerali di Stato. I funerali di Stato hanno una loro forma fatta di autorità civili, militari e religiose. In vita, Placido Rizzotto non frequentava prefetti, vescovi e generali. Dallo Stato non ha avuto giustizia dopo essere stato assassinato né protezione prima. Per quel che rappresenta simbolicamente Placido dovrebbe sopportare in prima fila il Presidernte della Camera, Fini, o quello del Senato, Schifani. Ma in prima fila dovrebbero starci i suoi compagni di sindacato e di fede politica. Tra le alte cariche dello Stato soltanto Giorgio Napolitano ci starebbe bene, ma Napolitano può partecipare anche a funerali organizzati dalla CGIL. Soprattutto siano funerali civili con le bandiere rosse del sindacato e dei suoi compagni di fede poltica: per loro ha perso la vita.
on. Felice Besostri, Milano
 
 
 
 
Caro Ermano, non trovi surreale che un deputato europeo con una collocazione di rilievo nel gruppo europeo dei "Socialisti e democratici" dei PD italiani faccia il bis in idem del giornalista della Repubblica mentre chiede i funerali di Stato per Placido Rizzotto senza dire che Placido Rizzotto era un dirigente socialista della CGIL? Io, quando ai congressi nazionali socialisti vedevo sul palco, vestite di nero le mamme, le figlie e le mogli dei socialisti assassinati dalla mafia, dalla camorra avevo la certezza di fare parte di una storia, di un Paese, di una comunità rivolta alla giustizia sociale e alla libertà. Trovo incredibile la sistematica cancellazione di quella storia che ha contribuito a rendermi migliore. Ora leggo una citazione dell'ex presidente della Republlica Scalfaro il quale affermava: "Io difendo la Costituzione. Dico che dobbiamo stare insieme come durante la Resistenza. C'erano i comunisti, i liberali, i cattolici, i monarchici. Nessuna parentela tra loro. Il denominatore comune era la riconquista della libertà". Bisognerebbe chiedere cosa ci stavano a fare Sandro Pertini nel CLN e Fernando Santi nella Repubblica di Val d'Ossola assediata dai nazifascisti.
Rino Giuliani, Roma