L’Assemblea Paese convocata a Berna il 26 dettembre 2015 per l’elezione del Consiglio Generale Italiani all0’Estero
Il prossimo 26 settembre l’Assemblea Paese, composta dai 96 eletti dei COMITES in Svizzera e da 29 esponenti delle associazioni, è convocata per eleggere i rappresentanti della comunità italiana in Svizzera nel Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE). Lo stesso faranno le altre comunità italiane all’estero.
Noi, come piccola formazione politica, non ci saremo, ma saranno assenti anche partiti e movimenti che, piacciano o non piacciano, hanno avuto dagli elettori italiani in Svizzera un massiccio consenso popolare alle ultime elezioni politiche. L’esclusione dei partiti è prevista dal regolamento e, come si suol dire oggi, noi ce ne faremo una ragione. Sappiamo bene tuttavia che, sia pure con diverse vesti, gli esponenti del principale partito italiano, il PD, saranno presenti in gran numero e meneranno le danze in questo consesso che molto si presta a manovre sotterranee.
Per quanto riguarda la componente associativa della platea elettorale ci uniamo alla nota di protesta dell’INTERCOMITES in Svizzera. Piacerebbe anche a noi conoscere quali associazioni hanno avuto l’onore di essere chiamate a rappresentare la nostra comunità in Svizzera e magari essere informati pubblicamente sui criteri adottati dall’Ambasciata d’Italia per queste designazioni. E preme anche a noi richiamare l’attenzione sul fatto che l’Albo delle associazioni e dei partiti italiani in Svizzera potrebbe risultare largamente incompleto, in quanto lo scorso anno molti (e noi per primi) hanno volutamente rifiutato di partecipare ad un censimento che prevedeva la comunicazione di dati sensibili quali elenchi di persone, indirizzi e bilanci.
Per quanto riguarda la componente degli eletti dei COMITES che parteciperanno all’Assemblea, vogliamo esprimere l’auspicio che essi compiano le loro scelte con la consapevolezza del loro ruolo di membri di un organismo eletto direttamente dalla comunità italiana. È vero: il voto di aprile vide una partecipazione molto bassa, con un dato negativo che richiederebbe un’approfondita riflessione, ma si trattò comunque di una prova di democrazia che ha assegnato un legittimo mandato ai COMITES e ai loro membri. Fatte queste premesse ci permettiamo di sottolineare due punti su cui auspichiamo si orienti la scelta che verrà compiuta nell’Assemblea del 26 settembre:
1. Il primo punto riguarda la priorità che a nostro giudizio va data a candidati provenienti dalle fila dei COMITES. Si tratta di un criterio minimo di coerenza rispetto alla prova democratica del voto popolare. Far rientrare dalla finestra personaggi che o non hanno superato il voto o neanche si sono sottoposti al passaggio elettorale sarebbe paradossale ed anche ingiusto.
2. Il secondo punto attiene alla delicata questione dei conflitti di interesse presenti in diversi eletti di COMITES in Svizzera e che rischia di estendersi anche alla delegazione del CGIE. Il problema non riguarda solo la problematica dei patronati, come è stato denunciato peraltro in una recente nota dei gruppi del M5S in Europa. A nostro avviso essa va estesa a quanti operano in servizi e strutture sovvenzionate dallo Stato. Per questo riterremmo un grave errore proporre o eleggere candidati portatori di posizioni incompatibili con un limpido e disinteressato esercizio del ruolo di rappresentanza.
Il nostro auspicio è che si elegga una delegazione al CGIE fatta di personalità nuove, non solo sul piano anagrafico: figure capaci di interpretare anche le domande della nuova emigrazione italiana e capaci di riconsiderare gli interventi per gli italiani all’estero al di fuori di ogni interesse clientelare e corporativo. Nello stesso tempo vorremmo che il nuovo CGIE, interpretando il suo ruolo anche come rappresentanza storica dell’emigrazione italiana, dica finalmente parole forti contro il razzismo e per i diritti dei migranti.
Infine una sollecitazione politica che rivolgiamo innanzitutto ai parlamentari di SEL, ma che non può non interessare tutte le forze politiche ed associative impegnate sul terreno degli italiani all’estero. Proprio alla luce delle carenze e delle incongruenze che si sono riscontrate in occasione nel voto dei COMITES e che si stanno manifestando anche in vista dell’elezione del CGIE, è urgente rivedere l’impianto legislativo degli organismi di rappresentanza degli italiani all’estero, la cui normativa, precedente peraltro all’introduzione del voto nella circoscrizione estero, appare ormai inadeguata a rappresentare la complessità delle nostre comunità nel mondo. Il nostro impegno quindi è che, concluso questo passaggio, si metta mano davvero ad una riforma che consenta un effettivo rinnovamento di COMITES e CGIE.
Cesidio Celidonio, Olten
Coordinatore di Sinistra Ecologia Libertà in Svizzera