Sono contento di aver re-incontrato Gino in questi ultimi anni, almeno una volta all'anno, gli sono grato per la sua maieutica, per il filo che non ho mai perso della sua umanità, del suo elogio continuo per la consapevolezza e della coscienza, per i suoi insegnamenti, per il suo coraggio, per le sue grandi conversioni nella vita, per la sua determinazione schietta ed essenziale, per la sua apertura alla cultura popolare come alla sperimentazione più ardita, per la sua capacità di ascoltare, perché mi ha iniziato alle pratiche dell'autogestione collettiva, alla vera partecipazione responsabile, perché amava aprire i cancelli, amava la Banda Roncati, la Scuola Popolare di Musica Ivan Illich, le pratiche di autoeducazione, perché era capace di immaginare sempre un altro mondo possibile e migliore, perché c'era quella sera a Bologna insieme a Georges Lapassade e Ivan Illich, perché si emozionava alzandosi in piedi fino alle lacrime sentendo e cantando insieme "Dove vola l'avvoltoio" e "Oltre il ponte" di Italo Calvino. Nella speranza di reincontrare presto persone interessate a riflettere insieme sull'eredità umana e intellettuale che ci ha lasciato, voglio condividere un abbraccio e un saluto a un mio raro Maestro di vita.
Tore Panu, Bologna
https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_Stefani
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