lunedì 8 settembre 2014

I BUONI COOPI 100 = 120

Per festeggiare il centoventesimo anno di attività della Federazione Socialista Italiana in Svizzera – la nostra storica “casa madre” – il Ristorante Cooperativo di Zurigo (Coopi) ha lanciato la campagna "BUONI 100=120", con sconto del 20% sul valore dell’acquisto dei buoni stessi.

La somma raccolta tramite quest’offerta speciale, valida dal 1° agosto 2014 al 31 luglio 2015, andrà alla nostra casa editrice, L’Avvenire dei lavoratori.

I "BUONI 100=120" mantengono valore illimitato nel tempo. A partire da una consumazione pari a CHF 240.- riceverete in dono una bottiglia di "Centopassi Rosso 2012" (Sicilia IGT, BIO), vino di straordinaria qualità, importato in Svizzera da “Borgovecchio” e prodotto da "Libera Terra" su proprietà confiscate alla criminalità organizzata.

 A partire da una consumazione pari a CHF 480.- riceverete inoltre  la splendida versione bilingue (it/dt) di Nonna Adele, capolavoro di Ettore Cella-Dezza giunto alla sua terza edizione.

Siete interessati all’offerta speciale? Chiedete un bollettino o le coordinate di versamento scrivendo a cooperativo@bluewin.ch.

Il Coopi, Zurigo

 

Seminario - Democrazia sotto attacco e Costituzione negata

PISA - Domenica 14 settembre 2014, ore 16.30 - 19.30

presso il Circolo Arci “Alhambra” - via Fermi 27

 

il Comitato Per la democrazia costituzionale di Pisa,

in collaborazione con la Rete per la Costituzione, organizza un seminario di formazione su:

 

Democrazia sotto attacco e Costituzione negata.

Contro-riforme del governo Renzi e nuove leggi elettorali regionali.

Cosa possono fare i cittadini elettori?

 

Il seminario sarà condotto dall’Avvocato Felice Carlo Besostri (Foro di Milano)

 

L’Avvocata Francesca la Forgia (Foro di Trani) interverrà sul tema:

Rappresentanza di genere e precettività dell’art. 51della Costituzione in tutti i luoghi decisionali

 

Il seminario è gratuito e aperto a tutti

 

Per adesioni contattare Beatrice Bardelli

E-mail: beatricebardelli@tiscali.it; cell. 335 – 5614083

     

L'avv. Besostri è uno dei tre legali che si è battuto per ottenere la sentenza della Consulta contro il 'Porcellum',  ha di nuovo vinto al Tar Lombardia nel 2013 contro la legge elettorale regionale (Lombardellum) e sta ottenendo sentenze favorevoli in diversi tribunali d'Italia sul cosiddetto Europorcellum, la legge elettorale italiana per le europee che presenta una soglia di sbarramento del 4% introdotto dal Parlamento italiano soltanto nel 2009 con l'appoggio  di TUTTI  i cinque partiti dotati di un proprio gruppo parlamentare.

 

L'avvocato Felice C. Besostri darà ai presenti, in quanto CITTADINI ELETTORI, gli strumenti necessari per:

1)      Riconoscere gli elementi di incostituzionalità delle leggi elettorali, nazionali (Italicum)
e regionali (vedi la nuova proposta di legge regionale toscana - targata PD ma accolta
con entusiasmo dalla maggioranza del Consiglio regionale - già soprannominata
dallo stesso Besostri Toskanellum);

2)      Conoscere tempi e modalità per fare ricorsi legali contro tali leggi, non solo toscana
(probabilmente il 14 settembre sarà già stato approvato il Toskanellum) ma anche
- a quanto mi ha detto Besostri - ligure e campana... Per ora.

Nostro obiettivo è creare un nutrito gruppo di cittadini toscani che faccia ricorso contro il Toskanellum.

Questi i temi che affronterà l'avv. Besostri:

 
         1)      
         Il problema del controllo di costituzionalità delle leggi elettorali per il Parlamento a causa dell'art. 66 Cost. che riserva alle Camere il giudizio "dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità";
 
         2)      
         Le sentenze n. 1/2014 della Corte Costituzionale e n. 8878/2014 della Prima Sezione della Cassazione che hanno dichiarato incostituzionale il Porcellum: i nuovi strumenti; 
 
         3)      
         Le leggi elettorali regionali alla luce dell'Ordinanza n. 2261/2013 del TAR LOMBARDIA Sez.Terza  soggetta  al Controllo di Costituzionalità  su premio di maggioranza attribuito su voti del presidente, essendo ammesso il voto disgiunto;
 
         4)      
         Le elezioni di Secondo grado per Città metropolitane e ex Province : un vulnus alla Costituzione;
 
         5)      
         Impugnazione delle leggi o impugnazione dei risultati elettorali?
 

Al seminario interverrà l'avvocata. Francesca la Forgia (Foro di Trani) su un tema molto specifico e che riguarda i diritti (negati) delle donne di cui è una vera esperta: "Rappresentanza di genere e precettività dell’art. 51della Costituzione in tutti i luoghi decisionali".

   

mercoledì 9 aprile 2014

Spini per Firenze

LETTERA

Elezioni amministrative di Firenze. La coalizione di centro-sinistra che si va formando intorno al Vicesindaco reggente Dario Nardella ci propone di continuare il nostro impegno in una lista che, nella sua autonomia, si collochi all’interno della coalizione stessa. Analogo invito ci è venuto dal segretario del Pd Federico Gianassi in un recente incontro.

LETTERA n.1

Care amiche e cari amici, credo che siate al corrente delle vicende che ci stanno portando al rinnovo dell’amministrazione comunale di Firenze i prossimi 25 e 26 maggio. La situazione nazionale e locale non è facile e pertanto richiede a tutti di dispiegare quell’impegno che le circostanze ci rendono possibile.

Come consigliere comunale eletto per la lista “SpiniperFirenze”, ho dispiegato in questi anni il lavoro di un’opposizione costruttiva finalizzata a portare la riflessione e l’azione sulla costruzione della città metropolitana (la grande Firenze), sulla politica urbanistica (documento di richiesta del piano per la viabilità e del piano per i contenitori dismessi), sulla cultura (vedi anche l’azione come presidente del comitato per celebrazioni del V centenario della stesura del Principe di Niccolò Machiavelli), in genere per un metodo politico improntato alla partecipazione, alla tolleranza, alla competenza.

Non sono stati anni facili, ma ho cercato di corrispondere al compito con la consueta passione.

Oggi si delineano scenari diversi. L’opposizione appare piuttosto frammentata. La coalizione di centro-sinistra che si va formando intorno al Vicesindaco reggente Dario Nardella ci propone di continuare il nostro impegno in una lista che, nella sua autonomia, si collochi all’interno della coalizione stessa. Analogo invito ci è venuto dal segretario del Pd Federico Gianassi in un recente incontro.

E’ un’occasione ma anche una sfida che credo non possiamo rifiutare. Portare le nostre idee e i nostri metodi al confronto di maggioranza. Stiamo lavorando per corrispondervi con una lista e con uno schieramento civico, ma anche di espressione politica adeguata. Mi hanno chiesto di candidarmi alla testa di questa lista, che stiamo convenendo nel nome e nel simbolo con le altre forze che collaborano con noi. Per correttezza non anticipo quanto le forze politiche con cui stiamo parlando si apprestano a decidere.

Se si verificheranno tutte queste condizioni, mi candiderò quindi come consigliere comunale e vi chiederò – come faranno gli altri compagni di lista – di esprimere la vostra preferenza per me scrivendo il mio nome, se volete unendovi, perché così la legge oggi prevede – e ne sono lieto – , il nome di una delle donne che saranno con me candidate nella stessa lista.

Vi sarò grato se mi farete pervenire nel frattempo le vostre disponibilità e le vostre osservazioni.

Grazie per l’attenzione e molti cordali saluti
Valdo Spini

 

Verso la svolta autoritaria

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

 


Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n.1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al Presidente del Consiglio poteri padronali.
Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto.
Il fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un partito che vale a rendere giusto ciò che è sbagliato.
Una democrazia plebiscitaria non è scritta nella nostra Costituzione e non è cosa che nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà politica e civile può desiderare. Quale che sia il leader che la propone.

Primi firmatari: Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare, Alessandro Pace, Roberta De Monticelli, Salvatore Settis, Rosetta Loy, Corrado Stajano, Giovanna Borgese, Alberto Vannucci, Elisabetta Rubini, Gaetano Azzariti, Costanza Firrao, Alessandro Bruni, Simona Peverelli, Nando dalla Chiesa, Adriano Prosperi, Fabio Evangelisti Barbara Spinelli, Paul Ginsborg, Maurizio Landini, Marco Revelli, Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio, Gino Strada, Paola Patuelli, Tomaso Montanari, Cristina Scaletti, Antonio Caputo, Pancho Pardi, Ubaldo Nannucci, Maso Notarianni, Raniero La Valle, Ferdinando Imposimato, Luciano Gallino, Dario Fo, Fiorella Mannoia, Fabio Vander.

 

 

Da MondOperaio

http://www.mondoperaio.net/

 

Non di solo bicameralismo si nutre l’ingovernabilità

di Luigi Covatta

Che cosa pensiamo delle iniziative di Zagrebelsky e Rodotà lo avevamo già scritto ad ottobre dell’anno scorso (vedi Articolo 138, comma 22). E che cosa pensiamo di una riforma del Senato ispirata alla spending review lo abbiamo scritto il 19 marzo, presentando un disegno di legge proposto dal senatore Buemi (vedi Un altro Senato è possibile).

Ciò non toglie che la canea scatenata contro il disegno di legge costituzionale proposto dal governo merita qualche riflessione in più. Compresa, magari, quella sull’inusualità della procedura adottata. Di solito non sono i governi (potere costituito per eccellenza) ad appropriarsi del potere costituente. Ma – dopo tre bicamerali, due referendum e svariate commissioni di “saggi” – non c’è bisogno di essere Carl Schmitt per individuare uno stato d’eccezione nella impotentia reformandi di cui in trent’anni ha dato prova il nostro Parlamento. E Renzi sembra avere bene appreso la lezione schmittiana quando ha legato il suo esercizio di sovranità alla stessa sopravvivenza di una legislatura che per la Corte costituzionale non è delegittimata, ma che certamente è stata eletta in quei borghi putridi che la nuova legge elettorale si propone di bonificare.

Non saremo noi, quindi, a negare legittimità al realismo politico che ispira l’azione del presidente del Consiglio, o addirittura ad accodarci alle vestali della “Costituzione più bella del mondo”. Del resto è sulla nostra rivista che, nella seconda metà degli anni ’70, cominciò a sinistra la discussione sulle riforme istituzionali e sulla necessità di rafforzare gli esecutivi rispetto alle assemblee. Ed è anche colpa nostra – della nostra sconfitta – se oggi si procede con una disinvoltura impensabile trent’anni fa.

Ora come allora, peraltro, le resistenze sono autorevoli e argomentate, anche se il conservatorismo costituzionale cambia spesso di spalla al suo fucile: a favore del monocameralismo quando si dovevano contrastare tendenze presidenzialiste, a favore del bicameralismo paritario ora che c’è da sbarrare il passo a Renzi. A dare coerenza ai protagonisti della resistenza (sempre gli stessi) c’è tuttavia una cifra unitaria, quella del “benaltrismo”: ben altro è necessario per garantire la governabilità, ben altro per mantenere l’equilibrio dei poteri, ben altro per salvaguardare il principio della rappresentanza.

Da parte nostra, invece, al “ben altro” preferiamo il “non solo”, convinti come siamo che non di solo bicameralismo paritario si nutre la palude istituzionale in cui siamo immersi. Perciò ci permettiamo di sottoporre all’attenzione dei nostri lettori alcuni documenti (compreso il disegno di legge Rodotà del 1985) che mettono in luce ulteriori cause di ingovernabilità e di farraginosità del procedimento legislativo. Con l’augurio che la vis reformandi del governo Renzi non si applichi solo al Senato.

· Disegno di Legge costituzionale di iniziativa del Sen. Compagna (XVII Legislatura – 31/03/2014)

· Proposta di Legge costituzionale di iniziativa dei deputati Ferrara, Rodotà, Bassanini, Levi Baldini, Onorato, Columba, Giovannini, Balbo Ceccarelli, Barbato, Masina, Guerzoni, Codrignani (IX Legislatura – 16/01/1985)

· D. Argondizzo – G. Buonomo, Spigolature intorno all’attuale bicameralismo e proposte per quello futuro

· G. Buonomo, Le procedure di revisione¨

 

 

Da Avanti! online - http://www.avantionline.it/

 

Cambiamento con la testa

Sarà perché non abbiamo mai gettato la testa all’ammasso, ma non riusciamo neppure stavolta a evitare di ragionare, di criticare, di suggerire.

 

di Mauro Del Bue

In Italia non è la prima volta che si tenta una svolta e il popolo l’accetta a scatola chiusa ritenendo che qualsiasi soluzione sia meglio della permanenza della vecchia situazione. Le grandi svolte italiane sono state anzi generalmente effettuate a scatola chiusa. Senza pretendere di metterci la testa. Con le braccia alzate, con la fiducia a comando, con l’idea che un partito o un uomo non debbano e non possono fallire senza che fallisca il paese.

L’Italia papalina e bigotta si affidò d’incanto alla borghesia e alla nobiltà liberale post unitaria, l’Italia liberale e cattolica, ma in larga parte anche socialista, si affidò a Mussolini dopo l’infatuazione bolscevica e la guerra civile del 1920-21, l’Italia fascista si scopri improvvisamente antifascista dopo il 25 luglio, e per cinquant’anni diventò democristiana e comunista, l’Italia del dopo tangentopoli diventò improvvisamente berlusconiana, e adesso larghi strati della pubblica opinione per lo stesso identico motivo si scoprono renziane. Sempre perché è l’ultima volta, sempre perché è l’estremo tentativo e non ce ne sarà un altro.

Noi che non ci siamo mai affidati agli umori popolari, noi che siamo diventati socialisti quando era difficile e lo siamo rimasti quando era impossibile, noi che abbiamo sfidato le mode e contestato i dogmi, noi che abbiamo esaltato la nostra eresia riformista, per usare il titolo del bel libro di Bruno Pellegrino, noi non riusciamo a chiudere gli occhi. Non lo abbiamo fatto ieri e non possiamo farlo oggi.

E allora diciamo subito che appoggiamo gli sforzi di Renzi sempre con spirito critico. E cioè con la nostra testa, che opponiamo al “giù le mani” dei professori sempre contrari a qualsiasi riforma costituzionale, ma anche al “mettiamo le mani” dei renziani convertiti. A questi ultimi voglio rivolgere il seguente ragionamento metodologico.

Si è per il cambiamento solo se si approva passivamente il cambiamento proposto o anche se si propone una ricetta diversa del cambiamento? Penso alla legge elettorale. Quella proposta è un Porcellum due, con liste bloccate, una minoranza che diventa maggioranza assoluta, il furto del voto che passa dalle liste che non raggiungono il tetto di sbarramento alle liste che lo superano. Contestare queste tre clausole significa essere contro il cambiamento?

Di più. Si sostiene a ragione che bisogna cambiare gli attuali poteri di un bicameralismo cosiddetto perfetto, cioè con le identiche competenze. Ma proporre di diversificare le competenze delle due Camere e di diminuire congiuntamente il numero dei parlamentari, vuol dire essere per la conservazione? Contrastare questa idea della trasformazione degli enti elettivi in enti nominati, dalle Province al Senato, e anche alla Camera con l’Italicum, vuol dire essere dalla parte sbagliata? Su un punto ci terrei ad essere definito conservatore: sulla democrazia. Sia ben chiaro, nella storia l’espressione della democrazia ha conosciuto stagioni multiformi. Ma la parola significa “potere del popolo”. Ecco, a forza di contestare la cosiddetta casta, non stiamo correndo il rischio di formare una nuova casta di portatori di nomine? Anziché il popolo é il capo partito che a lui si sostituisce per nominare deputati e senatori, proprio mentre i partiti perdono sempre più attrazione, consenso e ormai anche forma democratica. Questa sarebbe la nuova democrazia? Nell’epoca dei sondaggi e di internet sottrarre sempre più potere al popolo non è anche contro la storia?

Vai al sito dell’avantionline

 

 

Da CRITICA LIBERALE

riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

Essere le parole che si dicono

 

Può una Chiesa rinnovata coesistere con i regimi concordatari?

Il Papa di fronte al potere e ai privilegi della Chiesa cattolica.

Iniziativa di Fondazione Critica Liberale e Cgil Nuovi Diritti

Sostenuta con i fondi 8x1000 della Chiesa Valdese - Unione delle chiese metodiste

Presentazione

IX Rapporto sulla Secolarizzazione dell'Italia

III Rapporto su Confessioni Religiose e TV

IV Dossier su Confessioni Religiose e Telegiornali

In apertura:

Vera Lamonica, segretaria nazionale della CGIL

Gian Mario Gillio, direttore del mensile “Confronti”

Introduzione:

Maria Gigliola Toniollo, Ufficio nuovi diritti Cgil nazionale

Relazione:

Carlo Flamigni

Tavola rotonda

Introduce:

Enzo Marzo, direttore di “Critica liberale”

Prendono parte:

Alberto Airola, senatore (M5s)

Imma Battaglia, consigliere comunale a Roma (Sel)

Pippo Civati, deputato (Pd)

Franco Grillini, consigliere regionale Emilia Romagna (IdV)

Sergio Lo Giudice, senatore (Pd)

Lunedì 7 aprile, ore 16 - 19,30

Palazzo S. Maria in Aquiro

P. Capranica, 72 - Roma

Si prega di prenotarsi a info@criticaliberale.it

Si ricorda l'obbligo di giacca e cravatta.

Critica liberale

 

 

 

a vivalascuola riceviamo  e volentieri pubblichiamo

 

La parola a loro

 

Ragazze e ragazzi dai 14 ai 18 anniscrivono sul loro rapporto con i genitori

di Giorgio Morale

vivalascuola di questa settimana dà la parola a loro, ragazze e ragazzi dai 14 ai 18 anni, che scrivono sul loro rapporto con i genitori:

http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/03/24/vivalascuola-167/

Proponiamo questi testi, che costituiscono una sorta di "ultime dal fronte" della famiglia, di cui ci danno un'immagine in presa diretta.

Stefano Laffi ne trae quattro notizie e una lezione: "verrebbe da dire che potrebbe essere utile... far succedere più cose, tenere vivi i flussi verbali in tutte le direzioni, immettere nuovi temi e nuove sfide, lanciare un’avventura da fare insieme, per essere meno coinvolti gli uni a controllare e gli altri a pretendere".

 

venerdì 13 dicembre 2013

Renzi ha vinto

 
Ma soprattutto ha perso il gruppo dirigente
che ha governato la sinistra per vent'anni
 
Come ampiamente previsto Matteo Renzi ha vinto le primarie del PD, ma soprattutto ha perso il gruppo dirigente che ha governato la sinistra per 20 anni: Renzi, Cuperlo e Civati sono esponenti della nuova generazione ed è questa la ragione per cui molti sono andati a votare (ca 3 milioni).
    Renzi ha promesso che liquiderà la vecchia nomenklatura che ha compiuto imperdonabili errori non facendo quello che mezza Italia, in primis gli elettori di sinistra, si aspettavano: la legge sul conflitto d'interessi, una nuova legge elettorale, la riforma televisiva.
    D' Alema e i vecchi dirigenti hanno lavorato per riconsegnare ogni volta il paese a Berlusconi (vedi p.es. Bicamerale) e hanno condiviso, sia pur in parte, il sistema di corruzione nazionale e locale, con i vari Penati, grandi e piccoli, sparsi sul territorio, e la gestione dei grandi affari sporchi, vedi Monte dei Paschi di Siena.
    Capolavoro in negativo, dopo primarie e relativa campagna elettorale ritenute esaltanti, riuscire a perdere nel febbraio scorso elezioni credute già vinte e varare un governo con Berlusconi dopo averlo negato fino all'ultimo.
    Non dimentichiamo il plotone di esecuzione di 101 parlamentari che hanno impallinato il fondatore dell' Ulivo, R. Prodi. Credo che quest'episodio abbia fatto perdere definitivamente la pazienza della base: speriamo che la vecchia nomenklatura, così refrattaria a lasciare il posto a dirigenti più giovani e dinamici, lo capisca e faccia finalmente un passo indietro.
    Altrimenti, se saranno ancora i vecchi dirigenti, i vari D'Alema, Bersani, Bindi, Finocchiaro, Veltroni, Fioroni etc. a guidare la campagna elettorale per le prossime europee, si rischia di dare un'altra vittoria ai berlusconiani e diversamente berlusconiani.
    La speranza è che dalle ceneri di questo vecchio PD (ex PCI, ex PDS, ex Ulivo-Margherita etc.) nasca finalmente un vero partito progressista sull' esempio dei maggiori partiti di sinistra europei: SPD,Labour Party, PSOE, PSF, i partiti socialisti scandinavi etc.
    Certo, si poteva fare tutto questo già un anno fa. Probabilmente (anche se non c'è la controprova) un Renzi al posto di Bersani avrebbe tolto più di un voto a Berlusconi e non si avrebbe dovuto fare il compromesso – per molti umiliante e contro-natura – delle "larghe intese". Errare humanum, sed perseverare diabolicum (dalemacum). Importante ora non dividersi come nel passato, ma stare uniti, come hanno promesso Cuperlo e Civati, anche loro esponenti del ricambio.
 
Lettera firmata - Lugano
 
Lei demonizza, letteralmente, il nome di un noto esponente del suo partito e poi, sulla stessa riga, si appella all'unità. Non le pare un po' incongruo? – La red dell'ADL