Lettera dall'Australia
Acque territoriali oscillanti
In Australia sta avvenendo uno strano fenomeno: lo scostamento dei confini del continente. E questi confini, delimitando una (grandissima) isola, non possono che essere la’, dove (non si sa bene) finiscono le acque territoriali australiane. Che però, a seconda dei casi, si allargano o restringono...
di Pietro Schirru *)
A seconda delle circostanze, ad esempio il diritto di pesca, le acque territoriali australiane si espandono al largo per centinaia di chilometri sia per difendere i diritti dei pescatori australiani sia per dichiarare illegittima la presenza di pescherecci della Papua Nuova Guinea, dell’Indonesia e del Giappone considerati come veri e propri invasori.
L’espansione, invece si esaurisce e inizia il restringimento delle acque territoriali e, conseguentemente, dei confini australiani quando e’ in arrivo una “carretta del mare” carica di qualche decina di disperati in cerca di un asilo di liberta’ e dello status di rifugiati politici. In questo caso la miriade di isolotti e atolli che circondano gran parte del nord-ovest dell’Australia diventano territori stranieri che nulla hanno a che fare con la Nazione australiana.
Vale la pena ricordare che il governo conservatore presieduto da John Howard aveva deciso che gli immigrati illegali fossero deportati e detenuti in una specie di campi di concentramento finanziati dall’Australia ma nello stato di Nauru e nell’Isola di Natale.
Il governo laburista, sulla linea critica che aveva mantenuto quand’era all’oppsozione, aveva subito deciso di chiudere i due campi di detenzione e di concedere il visto di residenza ai rifugiati in attesa della definizione dell’accertamento dello status di rifugiati, mentre in precedenza il governo Howard li incarcereva e dava loro un visto di permanenza temporaneo che sembra una presa per i fondelli poiche’ quelle persone l’Australia la vedevano se e quando con un telescopio nelle giornate particolarmente serene.
Adesso, pero’, la “destra” ha iniziato una forte opposizione critica nei confronti del governo laburista sostenendo che queste modifiche legislative hanno provocato un aumento dei tentativi di sbarco degli illegali sulle coste australiane. Tre giorni fa su un’imbarcazione sulla quale si trovavano una cinquantina di “disperati” e’ avvenuta un’esplosione che ha provocato la morte di tre persone, due dispersi probabilmente annegati e una quarantina di feriti.
Mentre si sta indagando sulla natura dell’incidente, si fanno i conti di quante persone sono arrivate dall’inizio dell’anno in Australia, esattamente 257, un numero che secondo la “destra” dimostra la debolezza dell’attuale governo sulla materia dell’emigrazione clandestina. Avete letto bene: 257 persone. Sono tanti?, troppi? Andate a raccontarlo a Lampedusa che, in media di illegali ne riceve piu’ di quei 257 ogni giorno che ha fatto Dio.
*) Girnalista (Sydney, Australia) - pschirru@zip.com.au
Lettera
Quali diritti per costoro che arrivano?
Un mattino partiamo...
Gli uni lieti di fuggire una patria infame,
Altri l'orrore delle loro culle...
Charles Baudelaire, Il viaggio
Quali diritti per costoro che arrivano, oggi, sulle nostre coste?
Pietà (volatile, presto rimossa), in chi vede alla TV, in tempi reali, i loro viaggi strazianti, i loro volti giovani e sofferenti.
Solidarietà, proclamano le associazioni di volontariato che raccolgono soldi in loro nome.
Rifiuto, se li vediamo vicini alle nostre case: sono diversi da noi. Le loro storie sconfinano con la delinquenza e temiamo per la nostra “sicurezza”.
E scatta il latente il razzismo che qualcuno cavaca sulla loro e sulla nostra pelle.
Così si fan statistiche si discute e si legifera.
Visto che non hanno diritti nel loro paese, ebbene, perchè devono aver diritti da noi?
Non li vogliamo! E poi in questi tempi di crisi non ci sono risorse per loro.
Li lasciamo sbarcare “per ragioni umanitarie”, ma riconoscere DIRITTI. i diritti umani, a tutti quelli che ci arrivano, ecco: è un'altra cosa!
Lettera firmata
Lettera
Matrimoni gay
Il Tribunale di Venezia, a cui era ricorso una coppia gay che si era vista negare dal comune le pubblicazioni matrimoniali (con l'assistenza e il sostegno della "rete Lenford" e dell'associazione "Certi diritti", ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale, chiedendole di dichiarare l’illegittimità di alcuni articoli del codice civile che, in violazione della la Costituzione, ostacolerebbero il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ritenuto legittimo sotto il profilo costituzionale.
L’ordinanza del Tribunale rappresenta un momento storico perché per la prima volta dei giudici italiani hanno ritenuto che la Costituzione italiana non solo non vieti il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma anzi lo ammetta e lo tuteli.
Finalmente i giudici dicono che il matrimonio gay non rappresenta "alcun pericolo di lesione a interessi pubblici o privati" ed esprimono con chiarezza che nell’articolo 29 della Costituzione viene tutelata la naturalezza dell’aspirazione di tutti gli esseri umani a costituire la propria famiglia e a sposarsi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.
Quale che sarà la decisione della Corte costituzionale, che speriamo dia piena attuazione al dettato costituzionale, si tratta già di una grande e stroica vittoria.
on. Franco Grillini,
Presidente Gaynet - Associazione giornalisti gay
Lettera
Ancora resistenza
Quanti sanno che nella città di Milano, durante la lotta partigiana, operavano le Brigate Libertarie Bruzzi / Malatesta che il 25 aprile 1945 occuparono la sede della RAI (allora si chiamava EIAR) di Corso Sempione?
Quanti sanno che nella nostra città, Milano, durante la lotta partigiana, operavano le Brigate Libertarie Bruzzi/Malatesta che il 25 aprile 1945 occuparono la sede della RAI ( allora si chiamava EIAR ) di Corso Sempione?
Quanti sanno che Giuseppe Pinelli, il ferroviere anarchico ingiustamente accusato per Piazza Fontana ( siamo al quarantesimo anniversario ), fu da giovanissimo staffetta partigiana e che quando venne assassinato nella questura di Milano a capo di questa vi era un vecchio arnese delle camice nere, Marcello Guida? Ci deve essere qualcosa che non funziona in questa "repubblica nata dalla resistenza"...
Chi le sa tutte queste cose e molte altre ancora? Le sanno in pochi e ci sembra giusto ricordarlo. Se vogliamo che il 25 aprile non sia una ricorrenza gonfia di retorica è giusto ricordare che la resistenza fu anche un tentativo di iniziare una trasformazione radicale della società, trasformazione tuttora urgente e necessaria: basta guardare alle innumerevoli stragi rimaste impunite, ad uno sfruttamento sempre più feroce, alla legislazione razziale di questi giorni....per non parlare dei giorni futuri.
Chi può dire a cuor leggero che il fascismo è finito?
Noi no. Le ragioni per cambiare, per sconfiggere l'ingiustizia le ritroviamo intatte tutti i giorni e sono le stesse che che portarono Pinelli a riprendere la sua corsa di staffetta.
Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa