sabato 19 ottobre 2013

Circa l’immigrazione

La povertà e la guerra sono le cause
principali dell'immigrazione di oggi.

Ancora oggi, in molti paesi dell'Africa e dell'Asia, predomina un'arretratezza socio economica che ha stremato le popolazioni locali. Molti di questi paesi, sono governati da prepotenti che utilizzano la ricchezza dei loro paesi solo per fini personali, alla popolazione non rimane altro che il sogno e la speranza di raggiungere una vita serena altrove. L'altra causa predominante è la guerra che spinge le persone a lasciare dietro le loro spalle la propria storia per salvarsi da un eventuale morte.
E' logico che un paese fragile come l'Italia, non può trovare una soluzione definitiva e collocare tutti gli immigrati che arrivano in Italia. Ma secondo gli accordi presi dal governo italiano con il resto dei paesi europei qualche anno fa, tutti gli immigrati richiedenti lo status di rifugiato politico, dovranno fare questa richiesta al primo pese di arrivo, in questo caso l'Italia. Qui bisogna ricordare, che la maggior parte degli immigrati non ha nessuna intenzione di chiedere di rimanere su suolo italiano, anzi vorrebbero soltanto attraverso l'Italia raggiungere alcuni paesi come la Germania e i paesi nordici. Ecco perché l'Europa tra gli anni 2009 e 2010, pare che abbia messo a disposizione del governo italiano circa duecento venti milioni di euro per l'assistenza ai rifugiati.
Nel passato, quando quasi tutti i paesi dell'Europa occidentale avevano bisogno della mano d'opera, specialmente nel campo industriale e terziario, di conseguenza l'immigrazione non veniva mai visto come un problema, o non veniva visto come un'invasione! Perciò i conflitti tra la popolazione locale e quella straniera non arrivavano mai a livelli di scontro. Grazie anche alla globalizzazione! molte industrie sono state de localizzate e trasferite nei paesi a basso costo di mano d'pera, lasciando i lavoratori locali alla ricerca di nuove occupazioni, e quindi ciò crea tensione tra entrambi i lati. È la guerra tra i poveri! Alcuni partiti cavalcano questo argomento e diventano i veri difensori della patria!.
L'immigrazione è una realtà e non può essere vista come un evento temporaneo, finché ci saranno la povertà e la guerra nel mondo, ci sarà l'immigrazione. Esistono esempi eclatanti a riguardo, l'Iraq di qualche anno fa, era un paese che accoglieva gli immigrati provenienti da vari paesi, nei primi anni ottanta i soli lavoratori egiziani erano di circa un milione su una popolazione di quattordici milioni di iracheni. Dopo la guerra tra l'Iraq e l'Iran, che durò otto anni con danni incalcolabili per entrambi le parti, l'Iraq da paese di accoglimento divenne paese d'emigrazione. Centinaia di miglia di persone hanno lasciarono i due paesi belligeranti. Negli anni della guerra, i paesi produttori d'armi, vendevano le loro armi, sofisticate e intelligenti, ovviamente autorizzati dai rispettivi governi.
L'immigrazione dunque, deve essere vista come un problema mondiale, e come tale va affrontato collettivamente. Ed è incredibile che le nazioni dell'Onu, in riunioni tanto spettacolarizzate, abbiano potuto decidere l'invasione di un paese membro, spendendo un fiume di denaro "pubblico", con esiti tanto fallimentari. Non riescono a trovare soluzioni per fermare una guerra. Né riescono a produrre progetti di sviluppo in qualche paese povero.
Molte nazioni spendono cifre enormi per acquistare nuove armi, anche l'Italia acquisterà i tanto discussi F35, e così spenderà circa quattordici miliardi. Se i fondi di tanti paesi acquirenti di quei velivoli della morte venissero impiegati per realizzare progetti di sviluppo nei paesi bisognosi, l'intero mondo cambierebbe radicalmente in meglio.
L'ONU, fino a oggi è un'istituzione poco credibile, dovrebbe essere riformata e diventare un'istituzione seria, con il compito di monitorare continuamente le diverse problematiche dell'intero mondo. Potrebbe allora impedire da subito nuove guerre. Le nazioni ricche dovrebbero spendere una piccola parte del loro Pil a favore di progetti di sviluppo nei paesi poveri, che non possono rimanere dipendenti e poveri per eternità. Solo con la creazione di lavoro nei paesi poveri, i giovani avranno la speranza di migliorare il loro futuro e rimanere nei propri paesi. L'intera umanità ne trarrebbe vantaggi, altrimenti la corsa degli immigrati verso paesi ricchi continuerà con risvolti drammatici.
Il Mediterraneo è diventato una fossa comune per tanti giovani disperati, che hanno una sola colpa: quella di essere nati in un paese povero, o in guerra. Cambiare mentalità e lottare per un obiettivo comune è possibile.

Kawa Goron, Milano, 10/09/2013