lunedì 7 ottobre 2013

Un “Ipse dixit” surreale

LETTERA

Da anni riceviamo la vostra pubblicazione on line che mantiene vivo il socialismo tradizionale attento ai lavoratori. Non abbiamo mai interloquito direttamente ma ci spinge a farlo l'ADL della settimana scorsa dedicato al XX settembre.

Già l' iniziale Ipse dixit – che alla frase di allora di Francesco de Sanctis accoppia una frase odierna di Papa Francesco – è surreale perché accetta tranquillamente l'ingresso nel dibattito politico civile del capo della Chiesa, facendo quello cui non era arrivato il Craxi del Concordato 1984, quando aveva dato la giusta indicazione "non affamate i preti" e pure si era ritrovato il pacchetto Acquaviva Tremonti dell'otto per mille che i preti li ha arricchiti fino ad oggi in barba alle scelte dei cittadini. ADL prosegue poi corredando l'opportuno titolo "I laici di fronte alle "parole nuove" di papa Bergoglio", con l'articolo di Ludovica Eugenio, interessante ma incentrato sulla panoramica dei giudizi circa i rapporti tra mondo cattolico e omosessuali. Quindi un articolo elusivo del tema del titolo. Per non eluderlo è indispensabile che i laici evitino sì l'anticlericalismo (funzionale ad un potere temporale di altre epoche) ma anche la ricerca nelle parole del Papa di novità convergenti con la laicità. Tale ricerca comprometterebbe tre caratteri fondamentali della laicità, la distanza irriducibile della cultura laica da quella religiosa, il cardine che è la diversità di ogni cittadino, l'estraneità laica al considerare la religione un interlocutore sulle regole civili.

I laici non debbono vagheggiare cambiamenti di linea di cultura religiosa nel magistero di Francesco rispetto a Benedetto XVI, che non ci sono (non per caso la prima enciclica di Francesco è dichiaratamente opera di Ratzinger) e neppure potrebbero esserci. Debbono prendere atto laicamente delle novità che Francesco manifesta nel linguaggio e nell'approccio agli esseri umani, senza farsi in tema di meccanismi delle regole civili. La Chiesa di Francesco intende più praticare la prossimità umana che non insegnare la fede, convinta che la prossimità è il concretarsi della verità della fede. Ma ciò non intacca né può intaccare il nucleo del messaggio civile laico: l'autonoma libertà del cittadino che si traduce nella sua sovranità nel costruire le istituzioni della convivenza attraverso il conflitto democratico tra cittadini diversi. Insomma, Francesco impernia la Chiesa sulla prossimità alle persone ma non sulla decisione delle persone, perché per lui la vita appartiene solo a Dio e al riconoscerlo. Perciò è urgente che il mondo laico rilanci la centralità civile del cittadino, che è il cardine del metodo laico, mostratosi efficace in secoli di pratica. E questo, purtroppo, ADL finora non lo ha messo in evidenza. Speriamo lo faccia presto.

Raffaello Morelli, Federazione dei Liberali

 

Caro Morelli, grazie della sua interessante interlocuzione, sulla quale torneremo prossimamente cercando di entrare nel merito di alcune importanti questioni che lei solleva. Per il resto, i nostri "Ipse dixit" sono spesso surreali, anche perché cercano di riassumere la situazione in una frase che ci sfida a riflettere. – La red dell'ADL