sabato 21 febbraio 2009

IL DONO DI ELUANA

Chissà cosa avrebbe pensato Eluana se avesse davvero potuto... Di certo non era "cibo" quello che riceveva quotidianamente, ma una miscela di farmaci da cui dipendeva l’esile sopravvivenza di quello che del suo corpo restava.
Ci resta ora un meraviglioso regalo, di cui dobbiamo essere grati ad un padre per la logorante battaglia che ha condotto per rispettare la volontà della figlia: mentre Eluana si spegneva definitivamente, una moltitudine di coscienze si risvegliava.
Affetto e solidarietà al padre di Eluana che abbraccio, con l’augurio che la politica provveda in modo esemplare e con spirito laico, senza decisioni frettolose. Anche perchè i 60 milioni di cittadini italiani sono "cattolici, musulmani, ebrei, indù e non credenti".
Quello che Eluana ci ha svelato è il volto di un potere che ha gettato finalmente la maschera e ha voluto una prova di forza contro l’Italia civile e democratica.
Le molte vergognose e inqualificabili dichiarazioni sul conto di Eluana e della sua famiglia, gli infamanti sospetti, si fanno scudo del dolorosissimo accaduto e alimentano i peggiori sentimenti.
Attraverso queste dichiarazioni, alcune veramente inaccettabili, la destra sta provando a creare il clima sociale propizio per dare l’assalto alle istituzioni, rappresentate dalla presidenza della Repubblica e dalla magistratura.
Non conta ad attenuare la tensione il fatto che un’altra istituzione, la presidenza della Camera, cerchi di prendere le distanze dalle posizioni di una maggioranza che parla un linguaggio aggressivo, offensivo e volgare. Nè la circostanza che sia addirittura Bossi a difendere Costituzione ed istituzioni, proprio lui che in passato non ha perso occasione per attaccare indiscriminatamente ed offendere anche i simboli della nostra Repubblica.
Non dobbiamo lasciarci trarre in inganno da queste posizioni equilibriste e ipocritamente super partes. Dobbiamo invece vigilare con tutte le nostre forze e possibilità sulla difesa della presidenza della Repubblica, prima istituzione e garante dello stato democratico che rappresenta.
Perché da qui a poco saranno numerosissime le nuove occasioni che proveranno a gettare fango sulle istituzioni, sui diritti fondamentali della persona e sui principi di solidarietà sociale.

Andrea Clavarino, Communitas, Roma