Riceviamo e volentieri pubblichiamo
La sinistra a Roma, frammentata come la destra a Gerusalemme, è mini-autoreferenziale: giustamente indignata per lo sbarramento elettorale introdotto da Berlusconi e Veltroni prima alle politiche poi alle europee non trova il tempo, tra una manifestazione di velleitaria indignazione e un bruciamento di bandiere israeliane, per reagire nell'unico modo concreto, associandosi in una lista elettorale unica.
di Claudio Bellavita
A breve si vota per il rinnovo del parlamento israeliano, in una situazione interna e internazionale tra le più difficili della storia di Israele. Nell'incertezza sui risultati e sulle conseguenze per la politica estera e militare del piccolo stato, c'è una sola certezza: come sempre, non ci sarà nessun sbarramento per impedire la moltiplicazione dei partitini che rappresentano, talvolta ai limiti dell'assurdità, la storica tendenza al settarismo degli israeliani, soprattutto di quelli religiosi. Moltiplicazione che rende sempre più difficile la costituzione di un governo che abbia una politica unitaria, soprattutto quando la situazione interna e internazionale rende necessari dei coraggiosi cambi di rotta.
Non credo che sia un argomento su cui riescano a riflettere le schegge della nostra sinistra alternativa e mini-autoreferenziale, giustamente indignate per lo sbarramento elettorale introdotto da Berlusconi e Veltroni prima alle politiche poi alle europee, che tra una manifestazione di velleitaria indignazione e un bruciamento di bandiere israeliane non trovano il tempo e il modo per reagire nell'unico modo concreto, associandosi in una lista elettorale unica.